Economia

Stress test Bce: banche promosse con riserva

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FRANCOFORTE (WSI) – La risposta è stata positiva ma con qualche riserva da parte delle banche europee agli stress test condotti dalla Bce sui tassi di interesse. Sono appena stati rilasciati infatti gli esiti della simulazione condotta dalla banca centrale guidata da Mario Draghi su 111 dei principali istituti di credito dell’area euro, quelli sottoposti alla vigilanza delle autorità di controllo.

Le attese della vigilia sono state confermate: 60 delle banche scrutinate hanno ricevuto il voto più alto (uno o due su quattro), mentre in 34 hanno ottenuto il voto mediocre di ‘3’ e 17 un ‘4’. I risultati così ottenuti aiuteranno la Bce a determinare il livello adeguato di capitale che ogni banca deve detenere per premunirsi in caso di shock futuri.

Si è trattato di un banco di prova importante per la Bce in vista di una riduzione o per lo meno di una modifica della sua politica monetaria accomodante dopo anni di tassi bassissimi e progammi di massicci acquisti di obbligazioni. Si tratta di una valutazione del sistema nel suo complesso e un esame della sua tenuta in caso di condizioni difficili future, ma non un giudizio di bocciatura o promozione dei singoli istituti.

Ebbene, secondo la banca di Francoforte le banche dell’Eurozona sono ben preparate ad affrontare un’eventuale variazione dei tassi, ma per evitare cattive sorprese quasi la metà dovrebbe aumentare le proprie riserve di capitale. Secondo i calcoli dell’Eurotower un aumento dei tassi di 200 punti base nei prossimi tre anni, per esempio, si tradurrebbe per la gran parte delle banche vigilate da Francoforte in un incremento del margine di interesse anche se ci sarebbe un effetto di decremento dei livelli del capitale.

Secondo Il Sole 24 Ore i risultati dell’analisi mostrano una tenuta del sistema bancario italiano. Le nove banche italiane sottoposte alle indagini della Bce sono state Intesa SanPaolo, UniCredit, Mediobanca, Ubi Banca, Pop Emilia Romagna, La Popolare di Sondrio, Banca Carige, Iccrea e Credem.

Il risultato mostra nei dettagli un aumento del margine di interesse del 4,1% nel 2017 e del 10,5% entro in 2019 mentre il valore dell’equity diminuirebbe del 2,7% a livello aggregato. In caso di tassi stabili ai livelli di fine 2016 e in assenza di crescita della domanda di credito, scenario “molto ipotetico”, dice la Bce, il margine di interesse aggregato delle banche vigilate dalla Bce calerebbe del 7,5%.

“Mentre la domanda di capitale per le singole banche potrebbe essere adattata ai rischi identificati, la domanda complessiva di capitale non cambierà a seguito dell’analisi di sensibilità ai tassi di interesse, a parità di tutte le altre condizioni”.

Così ha dichiarato la BCE al termine degli stress test con i quali sono stati analizzati i dati sui bilanci del 2016.  Delle italianeLa Bce ha riscontrato come “il rischio sia ben gestito nella maggior parte degli istituti”. Rimane da vedere, tuttavia, come si sono comprati i singoli istituti, in particolare quelli in maggiore crisi patrimoniale e con la mole più importante di crediti inesigibili iscritta in portafoglio.

Korbinian Ibel, direttore generale della divisione di supervisione bancaria della Bce, ha detto che le banche sono “abbastanza attrezzate”, avvisando al contempo che se vogliono gestire senza intoppi i rischi legati a un possibile incremento dei tassi, quasi la metà (il 45%) di quelle prese in esame dovrebbero detenere riserve di capitale superiori a quelle attuali,