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Stati Uniti non scamperanno al pericolo recessione

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NEW YORK (WSI) – Come abbiamo visto la scorsa settimana gli economisti non sono nemmeno così particolarmente bravi nel raccontarci quello che è successo durante l’anno che è appena passato e tanto meno nel raccontarci quello che deve ancora arrivare. (E spesso vediamo dei bilanci nazionali che pretendono di fare delle previsioni a dieci o più anni.)

Il concetto di base è piuttosto semplice. Vi è la necessità di prevedere dei ricavi e dei costi. Delle due, le spese sono la cosa più semplice da prevedere. La maggior parte delle spese del governo sono voci di un bilancio. “Si prevede di spendere $5 miliardi di dollari all’anno per la manutenzione di strade e ponti, $1 miliardo di dollari per i parchi nazionali, $925 miliardi dollari per la difesa, ecc.” Anche i costi della Social Security sono semplici da prevedere. La sanità invece comporta un sacco di stime, ed infine i costi inerenti alla disoccupazione salgono e scendono in relazione all’economia.

Viceversa i ricavi sono un po’ più complicati da prevedere. Le entrate fiscali si basano sul reddito, ovviamente salgono e scendono in relazione ai redditi, così come le imposte sulle società e quelle sulla Previdenza Sociale e sul Medicare. Se ci fosse poi una recessione le entrate a quel punto diminuirebbero. Se ci fosse invece un boom economico, a quel punto le entrate potrebbero rivelarsi essere anche migliori del previsto. Credo di ricordare che a metà degli anni ’90 alcuni economisti avevano previsto che per il resto del decennio la crescita dell’economia sarebbe stata piatta o tendente verso il basso – invece abbiamo avuto un boom. A metà del decennio scorso io ho previsto che avremmo avuto un economia che tendeva a cavarsela e per me questo significava un 2% di crescita del PIL, e quindi in calo rispetto alla media del 3% che avevamo sperimentato per diversi decenni. Ora scopro che aver detto il due per cento probabilmente sono stato un po’ troppo ottimista, anche se mi ricordo molte persone che mi dicevano che ero troppo ribassista. Sarei molto felice se riuscissimo a raggiungere nel decennio in corso un 2% di crescita media. Come ho scritto qualche mese fa (sia qui che qui), ci sono diverse persone che fanno delle previsioni e che sono molto considerati, tra cui Jeremy Grantham e Robert Gordon, che pensano che molto probabilmente avremo solo un 1% di crescita (o forse anche meno!).

Lo scorso anno abbiamo avuto un tasso di crescita reale al netto dell’inflazione pari al 1,7%. Nel 2012 la crescita nominale è stata pari al 3,5% e questo è stato il dato più basso dalla fine della seconda guerra mondiale. Quindi come faranno le nostre intrepidi previsioni di bilancio nel prevedere i prossimi dieci anni? Non convinti che le attuali tendenze in atto continueranno, si sono messi degli occhiali rosa per cercare di fornirci delle luminose promesse che ci possano così far presagire una spettacolare crescita.

Giovedì scorso David Malpass ha scritto sul Wall Street Journal che le previsioni di budget di Obama per il 2013 danno un 3,6% di crescita entro il 2016, con le entrate fiscali che aumenteranno del 50%. Ma Obama può essere considerato come un abbastanza conservatore se si guardano alle proiezioni di budget del Congressional Office (CBO).

Il prossimo grafico arriva da un lavoro fatto da Veronique de Rugy. Essa ci mostra che le proiezioni del CBO ci dicono nel 2013 la crescita rallenterà arrivando al 1,4% ma poi passerà al 4,2% TRIPLICANDO nei prossimi tre anni! Per gli anni 2015-2017 si prevede che la crescita degli Stati Uniti sarà del 4% medio all’anno. Ma quella che si sta prevedendo è la crescita reale non quella nominale.
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Ho letto l’ultimo rapporto del CBO e se volete leggerlo anche voi potete cliccare qui. Potete trovare questi dati partendo da pagina 40 in poi.

Il prossimo grafico è quello di pagina 41 delle 77 pagine di cui è composto il rapporto, che contiene delle ampie spiegazioni su come arrivano alle loro varie previsioni di spesa e di ricavo. Vorrei sottolineare che sono coerenti, nel senso che loro non proiettano dei bassi tassi di interesse nel corso del loro boom economico che prevedono per i prossimi anni. Invece l’amministrazione Obama prevede nelle proprie previsioni di bilancio che i tassi di interesse saranno nel 2016 solo al 1,2%, supportando una crescita del 3,6% (e un inflazione pari a solo il 2,2%). Quindi questa sarebbe una FED molto accomodante.

Comunque e in entrambi i casi si prevede che i costi per gli interessi possano crescere in modo drammatico durante il prossimo decennio, più del doppio in termini reali. In termini nominali, si prevede che i costi per i tassi d’interesse aumenteranno di quasi quattro volte, da una spesa corrente pari a $224 miliardi di dollari agli $857 miliardi previsti! Ciò significa che si prevede che i costi per i tassi d’interesse potrebbero crescere di circa il 16% entro la fine di questo decennio.

L’aumento del debito (in termini di dollari) insieme ad un prevedibile e sostanziale aumento dei tassi di interesse mentre l’economia tende a rafforzarsi, si prevede che generi un netto aumento di quanto deve esser pagato per gli interessi sul debito. Le proiezioni del CBO, in relazione all’attuale normativa, prevedono che la spesa annuale del governo per gli interessi raddoppierà in termini di percentuale sul PIL dal 1,5 per cento nel 2014 al 3,3 per cento nel 2023, una percentuale che è stata superata una sola volta negli ultimi 50 anni. (CBO)

Vorrei sottolineare che sia le ipotesi del CBO che dell’amministrazione Obama sono molto più ottimistiche di quelle degli economisti della Federal Reserve (rispetto alle proiezioni). E il track record della Fed ci dice che in media hanno previsto una crescita del PIL del 2,1% superiore a quello che poi è realmente avvenuto, e questo appena un anno fà.

Questa settimana Philippa Dunne & Doug Henwood di The Liscio Report mi hanno fornito questo sorprendente dato che hanno così commentato:

Che cosa implica questa cosa per il futuro? Dal momento che i tempi di ritiro del QE dipendono in larga misura da questi principali indicatori economici, si dovrebbe quindi ipotizzare che le previsioni della Fed per quanto riguarda l’evoluzione futura siano poco attendibili. Date le difficoltà che hanno dimostrato di fare delle previsioni ad un anno e anche meno, le future previsioni a due o più anni sembrano particolarmente discutibili. (Per comprovare che le previsioni della CBO sono poco attendibili siamo tornati indietro a vedere quelle del 2007, dove la previsione di quello che sarebbe avvenuto nei due anni successivi è stata sostanzialmente una perdita di tempo.) Poiché la maggior parte delle previsioni tendono ad essere delle estrapolazioni del presente e del recente passato, i tempi per il ritiro del QE è probabile che siano più dipendenti dalla reale traiettoria dei principali indicatori economici rispetto a come loro invece si immaginano il futuro.

Anche se almeno un economista del CBO ha pensato che fosse una perdita di tempo fare anche solo delle previsioni a due anni, loro hanno comunque deciso di fare delle proiezioni a dieci anni. Quanto sono ottimisti? Bene andiamo ad analizzare il database FRED della Fed di St. Louis (uno strumento meraviglioso e una delle più importanti fonti di dati disponibili gratuitamente).

Questa è la variazione percentuale del PIL anno su anno a partire dal 1940. Si noti che dobbiamo tornare al 1960 per trovare un periodo in cui il PIL è cresciuto del 4% per tre anni consecutivi. In realtà dobbiamo tornare al 1969 per trovare anche solo un anno in cui c’è stata una crescita del 4%!

Gli oggetti guardati dallo specchietto retrovisore sono più grandi…

Avere delle ottimistiche proiezioni del PIL significa che qualsiasi proiezione di fatturato si ipotizzi questa alla fine sarà troppo ottimista. Data l’incapacità da parte del governo federale di effettuare un forte controllo sulle spese e dato il suo track record di previsione dei costi è molto probabile che le spese siano sottovalutate, rendendo a quel punto gli effettivi disavanzi molto più grandi di quanto ci si aspetti. Un esempio: abbiamo già visto che i costi dell’Obamacare sono aumentati di oltre il 40% rispetto alle proiezioni di appena due anni fa.

Una recessione immaginaria

Tornate indietro e guardate il grafico che abbiamo appena riportato qui sopra. Notate le aree ombreggiate in grigio. Quelle sono le recessioni. Ora notate che non c’è mai stato un decennio senza una recessione e che la maggior parte di questi ne hanno due. Obama, il Senato e la Camera sono convinti di aver vinto il virus della recessione e di essere in grado di non prendere nel prossimo futuro questa malattia economica.

Volete fare una scommessa sugli Stati Uniti, ossia che in qualche modo non supereranno il resto di questo decennio senza una recessione?

Ma questa è esattamente la scommessa che il Congresso e Obama stanno facendo con le vostre tasse. I loro bilanci presentano per i prossimi dieci anni un aumento delle spese. E se dovessimo incappare in una recessione dovranno prevedere dei deficit ancora più grandi. La loro argomentazione sarà quella che non potremo ridurre il deficit di bilancio nel corso di una recessione perchè tutto ciò peggiorerebbe le cose! L’austerità non funziona, lo sappiamo tutti.

Che cosa succederebbe se incappassimo in una recessione? Naturalmente i ricavi scenderebbero. La disoccupazione aumenterebbe così come i costi associati ed anche i sostegni per la disoccupazione.
Guardate il grafico qui sotto. Sono le previsioni del CBO che prevede che il PIL riprenderà la sua normale trendline, invece di limitarsi a crescere ad un livello inferiore; ed è da questo che ottengono i loro osceni e rosei aumenti del 4%.

Che cosa accadrebbe se invece arrivasse una recessione? Non solo non torneremmo a quella tendenza ma saremmo alla deriva, molto lontano da essa! Prendiamo poi in considerazione le proiezioni del CBO che prevede una crescita del PIL pari al 5% per tre anni consecutivi al fine di farci tornare alla tendenza originale? Non sarebbe molto più assurdo di quello che stanno già facendo ora.

La realtà è che nessun politico o le agenzie governative è in grado di prevedere una recessione. Nessuno di noi sa quando ci sarà la prossima recessione. Teoricamente, potremmo andare avanti per altri 10 anni senza vederne una. E’ anche possibile che il governo riveli che ci sono davvero gli alieni nell’Area 51. Lascio a voi decidere quale sia la cosa più probabile.

Pur riconoscendo che la previsione di una recessione è impossibile e politicamente non vantaggiosa, sarebbe bello se coloro che fanno le previsioni e i politici dovessero ammettere la possibilità di far registrare dei ricavi inferiori alle stime e contemplare ciò che potrebbe accadere se la recessione venisse a bussare alla nostra porta. Mentre gli Stati Uniti si avvicinano ad un livello del debito veramente debilitante, a questo punto vorrei chiedere a loro: “Volete dirci quale è il vostro piano se dovessimo sperimentare una recessione piuttosto che un’espansione?”

Posso sentire la risposta: “Non vogliamo speculare rispetto a delle possibili recessioni. Questo è inutile. “Ma la mia controreplica sarebbe:” Voi siete comunque disposti a speculare sul fatto che non avremo una recessione e che cresceremo ad un tasso che non si vede da oltre 40 anni, nemmeno durante gli anni del boom di Reagan e Clinton. Come mai speculate su questo? “(Dov’è Nixon quando abbiamo bisogno di lui? O è stata merito della crescita durante il regno ereditato da Kennedy e Johnson? O era solo la produttività americana che è cresciuta?)

La pace ai giorni nostri?

Si prevede che il bilancio della difesa subirà una contrazione di circa il 13% tra il 2011 e il 2014 facendo scendere ogni anno il suo peso percentuale sul PIL. La liberale Brookings Institution sostiene che il bilancio di Obama non è realistico in quanto taglia troppe spese.

Le proiezioni di spesa del presidente sono ancora meno realistiche. Tra il 2013 e il 2023 le spese per la difesa dovrebbero diminuire del 40 per cento in percentuale sul PIL, cioè dal 4,0 per cento al 2,4 per cento, mentre i programmi non inerenti alla difesa dovrebbero diminuire di un terzo, dal 3,7 per cento al 2,5 per cento. Questo è a malapena immaginabile, ma altamente improbabile. Nel corso dell’ultimo mezzo secolo le spese per la difesa non sono mai state al di sotto del 3 per cento del PIL, nemmeno negli anni subito dopo la caduta dell’Unione Sovietica e dopo 11 settembre 2001. La spesa non inerente alla difesa non è mai scesa al di sotto del 3,2 per cento, un livello raggiunto solo verso la fine dell’amministrazione Clinton. (Durante l’era di Reagan non è mai stata al di sotto del 3,5 per cento.) E’ difficile credere che le proposte di Obama ci permetterebbero di soddisfare sia le nostre esigenze di sicurezza di base sia di conseguire il livello degli investimenti pubblici che contribuirebbero a sostenere la crescita economica.

In breve anche con sostanziali incrementi dei ricavi, la pressione che arriverà dai programmi assistenziali e dal debito sta portando il nostro paese a dovere affrontare un cambiamento nell’immediato futuro. Ciò che vogliamo o che stiamo sostenendo comporta delle sfide che saremo disposti ad accettare? Prima di impantanarsi in tecnicismi questo è l’argomento che dovremmo affrontare. (Brookings Institution)

La spesa pubblica per singola famiglia supera il reddito medio delle famiglie

Nel 2010, secondo i numeri pubblicati dal Census Bureau e dal Office of Management and Budget (OMB), la spesa netta da parte del governo negli Stati Uniti è stata pari a $5.942.988.401.000. Pari a $50.074 per ciascuna delle 118.682.000 famiglie del paese.

In quello stesso anno, secondo il Census Bureau, il reddito familiare medio è stato pari a $49.445. Ciò significa che la spesa totale netta delle Amministrazioni pubbliche per famiglia ($50,074) ha superato il reddito medio delle famiglie ($49.445) di $629 … Nel 2000 il rapporto tra spesa pubblica e reddito familiare era profondamente diverso. I dati del Census Bureau e del OMB hanno evidenziato che la spesa era pari a $3.239.913.876.000. Che equivaleva a $29.941 per ognuna delle 108.209.000 famiglie. Nel 2000 il reddito familiare medio è stato pari a $41.990 … (Un interessante e-book dal titolo Completely Predictable).

©2013 John Mauldin. All rights reserved.
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*Questo documento e’ tratto dalla newsletter “Thoughts from the Frontline” di John Mauldin, esperto finanziario, ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come definiti nell’art. 31 del Regolamento Consob n° 11522 del 1° luglio 1998 e successive modifiche ed integrazioni. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.