Economia

Spesa alimentare: Milano da salasso, a Napoli si spende quasi la metà

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Nove miliardi euro. A tanto ammontano, secondo l’ultima analisi di Coldiretti effettuata sulla base dei dati sull’inflazione diramati dall’ Istat, i rincari a cui devono far fronte le famiglie italiane per la spesa alimentare. La colpa è dell’esplosione del costo del gas ha un impatto devastante sulla filiera dal campo alla tavola, in un momento in cui con la siccità ha devastato i raccolti con perdite stimate in miliardi di euro pari al 10% della produzione.

Il conto più salato arriva dall’acquisto della verdura che quest’anno costerà complessivamente alle famiglie dello Stivale 1,97 miliardi in più, e precede sul podio pane, pasta e riso, con un aggravio di 1,65 miliardi, e carne e salumi, per i quali si stima una spesa superiore di 1,54 miliardi rispetto al 2021.

Spesa alimentare: Milano da salasso, a Napoli si spende quasi la metà

Se l’aumento dei costi del carrello della spesa riguarda tutta la Penisola, a sentire il peso maggiore saranno i milanesi. Il capoluogo lombardo si conferma la città più cara dove fare la spesa alimentare, a Napoli si spende circa la metà.

Il dato emerge da una indagine del Codacons che ha messo a confronto prezzi e tariffe di un paniere di beni e prestazioni nelle principali città italiane, per capire come cambia lo scontrino medio degli italiani a seconda della zona di residenza.

Sul fronte degli acquisti alimentari a Milano, per riempire un carrello contenente prodotti che spaziano dall’ortofrutta al pesce, si spendono circa 116 euro, il 17,7% in più della media nazionale e addirittura il +54% rispetto alla città più economica, Napoli, dove per gli stessi acquisti bastano 75 euro.

Servizi: è Aosta la città più cara

Ma non è solo il carrello della spesa a pesare sulle tasche degli italiani. Anche i servizi subiscono significativi aumenti. Per i servizi, dal ginecologo al dentista, passando per tintorie e parrucchieri, è Aosta la città dove si spende di più, con una media di 458 euro per un paniere ad hoc, il 29,7% in più sulla media nazionale. Tra le città più costose figurano anche Trento e Bologna mentre le più economiche, in base allo studio del Codacons, sarebbero Napoli, Pescara e Palermo.

Non mancano le curiosità: per il taglio capelli uomo conviene trasferirsi a Catanzaro, dove bastano appena 14,29 euro contro i 26,3 euro di Trieste, il cappuccino meglio a Roma (1,18 euro) che a Trento (1,68 euro), mentre per lavare e stirare un abito in tintoria i cittadini di Torino spendono in media 8,43 euro, il 25% in meno della media nazionale.

Il petto di pollo più economico è venduto a Pescara (in media 8,82 euro al kg), le alici più “salate” a Roma (9,71 euro al kg), proibitivo il salmone a Milano (quasi 30 euro al kg).