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Spagna: nonostante rassicurazioni di S&P, il rating non e’ al sicuro

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Siena – Tassi di interesse: seduta volatile quella di ieri per i listini dell’area Euro che, dopo una partenza negativa, hanno invertito direzione sulla scia della pubblicazione dei dati Usa migliori delle attese.

L’agenzia di rating S&P ha dichiarato che è improbabile che il rating spagnolo venga ridotto a junk bond nel breve termine. Ricordiamo che l’agenzia aveva già annunciato che una eventuale richiesta di aiuti da parte del governo spagnolo non avrebbe condizionato il loro giudizio sul paese.

Secondo il quotidiano spagnolo El Pais, il governo starebbe valutando la possibilità di utilizzare per il paese la parte eccedente dei 100 Mld€ di fondi messi a disposizione dall’Ue per il settore bancario. Secondo il governo, dei 100 Mld€ totali potrebbero essere utilizzati solo 40 Mld€ (le necessità finanziarie del settore bancario dovrebbero essere rese note a fine mese quando saranno pubblicati i risultati degli stress test). I 60 Mld€ rimanenti, secondo El Pais, potrebbero essere quindi usati dal governo che in questo modo eviterebbe un’ulteriore richiesta di aiuto e quindi la sottoscrizione di un nuovo memorandum di intesa, ed allo stesso tempo farebbe scattare il piano di acquisti di bond della Bce (in quanto il paese, anche se riferito al settore bancario, ha già fatto richiesta formale all’Efsf e firmato un memorandum di intesa).

Oggi per la Spagna ci sarà un test importante. Sui mercati sono infatti attese emissioni sul medio lungo termine fino a 4,5 Mld€, tra cui un nuovo titolo a tre anni. Attese per oggi anche aste in Francia fino a 10 Mld€.

Secondo una fonte ufficiale greca, riportata da Bloomberg, la Troika avrebbe raggiunto un accordo su circa 9,5 Mld€ degli 11,5 Mld di tagli proposti dal governo.

Liikanen, membro della Bce, si è espresso in merito alla supervisione bancaria della Bce, dichiarando che essa si focalizzerà sugli istituti di rilevanza internazionale che hanno una significativa presenza nel blocco, mentre le banche centrali nazionali avranno un ruolo importante nella supervisione della maggior parte delle banche.

Negli Usa, seduta di ieri caratterizzata da un lieve recupero dei listini azionari favoriti dal flusso di dati macro riguardanti il settore immobiliare che continua a sorprendere positivamente il mercato.

Le vendite di case esistenti nel mese di agosto hanno infatti fatto registrare il ritmo di crescita maggiore dall’aprile 2010, salendo del 7,8% m/m dal 2,3% di luglio. Nonostante le stringenti condizioni del credito, i tassi dei mutui su livelli storicamente bassi ed una stabilizzazione dei prezzi sembrerebbero favorire gli acquisti da parte delle famiglie americane.

Sul fronte Fed, Fisher, membro non votante del board, si è unito alle critiche lanciate dal membro dissenziente Lacker, sul nuovo piano di acquisto di MBS. Secondo il presidente della Fed di Dallas, infatti, il QE3 difficilmente porterà a miglioramenti nel mercato del lavoro ma rischia di generare un più alto livello d’inflazione.

Valute: la moneta unica si riporta sotto l’area 1,30 vs dollaro, dopo circa una settimana. Il deprezzamento si è accentuato durante la notte dopo i dati macro deludenti giunti dalla Cina. Il cross oggi trova un livello di supporto presso 1,2930. Il successivo si colloca verso 1,2850, da dove passa la media mobile esponenziale a 200 giorni. Resistenza a 1,3050.

In Giappone le esportazioni di agosto sono calate per il terzo mese consecutivo (-5,8% a/a). Il movimento dell’euro/dollaro impatta anche sull’euro/yen, con il cross che oggi trova supporto presso area 101 e 100,30. Resistenza a 102,30. A settembre, l’ indice dell’attività manifatturiera cinese stilato da HSBC ha segnalato una contrazione del settore per l’undicesimo mese consecutivo.

Yuan cinese in apprezzamento vs dollaro sui massimi da maggio.

Materie Prime: terza giornata consecutiva in calo per l’indice delle materie prime (CRB) penalizzato dalla forza del dollaro vs euro e soprattutto dal forte calo del prezzo del petrolio. I prezzi sia del greggio Wti (-3,5%) sia del Brent (-3,4%) sono infatti scesi ai minimi da inizio agosto, dopo che le scorte settimanali Usa hanno registrato il maggior ritmo di crescita dal marzo scorso in seguito alla ripresa delle attività del golfo dopo il passaggio dell’uragano Isaac. Negativi anche gli altri energetici. Misti metalli industriali e preziosi.

Tra gli agricoli positivi grano, soia e mais su segnali di ripresa per la domanda dopo i recenti cali. In mattinata, il deludente PMI cinese sta mettendo nuovamente sotto pressione il petrolio, mentre sul ribasso dei preziosi potrebbe impattare l’apprezzamento del dollaro.

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