Economia

Soros: effetto austerity. Pericolo forte ribellione, Ue verso la fine

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NEW YORK (WSI) – Ormai sono settimane se non quasi mesi che i leader europei vogliono convincerci che il peggio è passato, che l’Europa ce la sta facendo, che la ripresa, sebbene lenta, è in corso. Questo, nonostante la carrellata di dati macroeconomici negativi che in Italia, giusto per fare un esempio, confermano soltanto le spinte recessive attive nell’economia. Altro che ripresa.

L’investiore miliardario George Soros non ci casca, anzi, lancia nuovi alert come ha fatto in passato. E conferma uno degli allarmi sicuramente più spaventosi: “l’euro potrebbere distruggere l’Unione europea”. Dando motivazioni di carattere politico.

I suoi timori sono tali che il finanziere ha già preso la decisione di ridurre drasticamente tutte le esposizioni legate all’euro presenti nel suo portafoglio: e questo dopo che qualche settimana fa, in occasione del World economic forum, era stato proprio lui a esprimere un cauto ottimismo sul futuro dell’Europa.

Ma ora ha fatto dietrofront, scrivendo nel suo Open Europe Blog che “esiste il pericolo reale che la soluzione (dell’Eurozona) propinata ai problemi finanziari creerà un profondo problema di natura politica”.

In una intervista rilasciata alla televisione danese Soros fa notare che le regole dell’Eurozona hanno fatto sprofondare “i paesi sud-europei (dunque anche l’Italia), contro la loro volontà…in una depressione di lunga durata”.

Le misure di austerity della Germania sono “controproducenti e non possono avere successo”. Soros ritiene così che l’Eurozona sia “destinata a una rottura dell’Unione europea”, in un contesto di tragedia di “libertà politica e di prosperità economica perdute” che durerà anni.

La ribellione: è questa la parola chiave utile per capire cosa intende Soros: a suo avviso i paesi sudeuropei a cui sono state imposte manovre di lacrime e sangue e che sono stati di fatto espropriati della loro sovranità si ribelleranno.

“L’euro sta trasformando l’Unione europea in qualcosa di molto diverso da quanto era stato concepito in origine, quando si parlava di associazione volontaria di stati uguali; invece, la finanza ha creato un sistema a due livelli, di creditori e debitori, e chi comanda sono i debitori. Ritengo dunque che la crisi politica peggiorerà”, questa la frase che Soros aveva proferito parlando a Davos, quando sembrava essere più ottimista.