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Social lending, come chiedere un prestito senza passare dalla banca

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ROMA (WSI) – Ottenere dei prestiti senza passare dalla banca. È il desiderio di molte famiglie e tantissime imprese alle prese con i continui rifiuti degli istituti di credito. Negli ultimi anni, in effetti, sono sorte iniziative che rispondono all’esigenza di finanziamento, pur senza appartenere all’ambito bancario. Il fenomeno, nato in area anglosassone, si chiama “social lending”, ovvero prestito sociale, ed è uno dei molteplici progetti di condivisione tra privati che si trovano in rete.

I prestiti on line che fanno a meno della banca hanno un funzionamento abbastanza semplice. Sui siti di social lending possono iscriversi sia aspiranti prestatori che aspiranti richiedenti. I primi mettono il capitale e guadagneranno dagli interessi applicati alle rate del rimborso, i secondi ottengono il finanziamento a tassi nettamente più vantaggiosi di qualsiasi altra banca tradizionale.

Grazie all’assenza di intermediari, gli interessi sono contenuti e l’intera rete può essere gestita con meno costi e procedure più snelle. In più, per garantire il privato che investe sulla piattaforma, le somme di un prestatore (e quindi il rischio dell’investimento) non sono assegnate a un solo richiedente, ma divise tra più persone. Il sistema resta così di dimensioni medio-piccole e non è mai sbilanciato troppo a favore di uno o dell’altro soggetto coinvolto.

L’esperienza del social lending è nata in Inghilterra nel 2005, ed è arrivata in Italia tre anni dopo con Zopa.it, bloccato dopo solo un anno di attività dalla Banca d’Italia per un vizio procedurale. Da quel progetto è nato – stavolta con il pieno nulla osta di Via Nazionale – Smartika, piattaforma sulla quale, dallo scorso aprile, è possibile richiedere fino a 15 mila euro e prestare somme comprese fra 100 e 50 mila euro.

Attualmente Smartika conta 50 mila iscritti, di cui 5 mila sono prestatori. Quanto alle erogazioni, su 1500 richieste, 350 sono andate a buon fine, per un importo complessivo erogato pari a oltre 2 milioni di euro. I tassi di interesse applicati si attestano su una media del 6,7%: più convenienti di quelli bancari (8,9% medio) per i richiedenti, più vantaggiosi dei titoli di Stato per i prestatori.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Super Money – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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