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SocGen: solo depressione ci separa dalla deflazione

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L’ultima nota agli investitori del noto strategist ribassista di Societe Generale, Albert Edwards, solleva uno scenario controcorrente sull’andamento globale dei prezzi: mentre alcuni analisti temono l’inflazione “dormiente” posta in essere dalla massiccia iniezione monetaria degli ultimi anni, Edwards la vede diversamente:

“Se le pressioni inflazionistiche stanno invero declinando nell’economia americana, ciò ci porta alla domanda: se il terzo ciclo più lungo della storia americana non riesce a produrre una risalita ciclica in salari e prezzi, che cosa mai accadra nella prossima recessione?

E poi il giudizio lapidario:

“Gli investitori potrebbero offrire qualche pensiero al fatto che ci troviamo solo a una recessione di distanza dalla deflazione in stile giapponese”.

L’assunto di fondo è che, di norma, le recessioni si accompagnano alla discesa dei prezzi, mentre l’inflazione è un sintomo fisiologico della crescita, anche se a influenzare i prezzi possono intervenire una pluralità di fattori “esogeni”.  Che tale scenario di deflazione sia “dietro l’angolo” lo renderebbe più probabile anche il fatto che 10 dei 13 cicli di restringimento monetario da parte della Fed sono poi sfociati in una recessione. Secondo Edwards gli investitori resteranno pietrificati dal prossimo bear market azionario”; questo anche se da circa un decennio non se ne vede traccia, complice il sostegno delle banche centrali le cui mosse future sono forse il più importante interrogativo.