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Smart working: i big della finanza si convertono al lavoro flessibile, c’è anche Nomura

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Addio alle scrivanie condivise, le sale riunioni affollate. Anche i colossi della finanza si convertono allo smart working. Un modello di lavoro adottato negli ultimi mesi a causa della pandemia, ma che in molti pensano di confermare a tempo indeterminato.

Dopo Standard Chartered e Deutsche Bank AG, anche la banca di investimenti giapponese Nomura (11.062 dipendenti al di fuori del Giappone, di cui 2.765 in Europa e 2.157 in America) sta lavorando per introdurre nelle sue sedi all’estero, New York e Londra in testa, il lavoro flessibile su base permanente, anche quando la crisi sanitaria sarà finita.

All’estero in ufficio solo la metà dei dipendenti

Sebbene la pianificazione sia in uno stadio iniziale – si legge in un articolo di Bloomberg, che riprende una nota della società – Nomura sta pensando ad un modello operativo in cui il 50% della forza lavoro degli uffici internazionali lavorerà a distanza.

Una mossa che risponderebbe a due obiettivi: tagliare i costi per l’affitto degli uffici in giro per il mondo e aumentare la qualità de vita dei dipendenti, riporta sempre la nota, in cui si spiega che la selezione di chi lavorerà a distanza dipenderà da una varietà di fattori tra cui ruolo, circostanze personali e clienti.

Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda con sede a Tokyo sta lavorando ad una piattaforma che consentirà ai dipendenti di tenere riunioni e condividere informazioni indipendentemente dal luogo in cui questo vivono.

Secondo Bloomberg, almeno un’altra società finanziaria giapponese sta considerando una mossa simile. Si tratta di Mizuho Financial Group, che sembra pronta a tagliare i metri quadrati dei uffici a Singapore, dopo aver già pianificato un ridimensionamento a New York e Londra.