Lifestyle

Simon Whitehouse: «Modes è un viaggio nel lusso fatto di persone e destinazioni»

di Gustavo Marco Cipolla

Modes, piattaforma omnicanale di lusso, accoglie Simon Whitehouse come suo nuovo ceo. Con una visione chiara e ambiziosa, Whitehouse condivide le sue priorità e gli obiettivi di crescita, ponendo al centro della propria agenda l’espansione che parte dalle prossime aperture di Londra.

Un viaggio che non riguarda solo le destinazioni esclusive e il mix di brand curato, ma anche l’ampliamento del retailer multimarca attraverso progetti quali “Modes Garments” e “Modes Objects”. L’intento è amplificare la community in nuovi territori, creando connessioni significative in tutto il mondo. Grazie alla sua vasta esperienza nel settore della moda, tra cui l’impero Lvmh, l’amministratore delegato si propone di integrare profondamente la sua conoscenza nei mercati chiave.

L’innovativo lancio di “EBIT – Enjoy Being in Transition”, inoltre, si inserisce nella missione di Modes quale incubatore di tendenze, supportando i talenti emergenti con un occhio di riguardo per la sostenibilità in uno scenario mutevole, ricco di sfide, e dove la tradizione si fonde con la tecnologia. Un inedito e avvincente capitolo da scrivere nel firmamento del luxury fashion.

Quali sono le principali priorità e gli obiettivi come nuovo ceo di Modes?

«L’espansione internazionale del concetto di Modes, partendo da Londra. Ampliare l’itinerario includendo tutte le destinazioni esclusive ed incredibili nonché il brand mix curato. Inoltre, sviluppare l’estensione del marchio Modes Garments e i progetti come Modes Objects. In sintesi, amplificare la community nei nuovi territori».

Come pensa di integrare la sua esperienza nel settore della moda per far conoscere ulteriormente la piattaforma?

«L’integrazione sarà intrinseca e reciproca, poiché gran parte della mia esperienza è maturata nei mercati chiave a livello globale e nei quali Modes si amplierà, per esempio quello londinese. Porterò una prospettiva internazionale interfacciandomi con il team per una vision condivisa, senza snaturare il Dna».

Qual è il suo approccio alla sostenibilità e come crede di implementarlo?

«Modes Garments è un buon esempio di sostenibilità, creato con lo scopo di diventare elemento essenziale del guardaroba di lusso senza tempo. Uno degli aspetti centrali nell’universo della moda sostenibile è sicuramente il numero di volte in cui un capo viene indossato nel suo arco di vita, Modes Garments è stato realizzato pensando a questo».

Il lancio di “EBIT-Enjoy Being in Transition” come si inserisce nella mission aziendale?

«Modes può essere visto come un incubatore di moda, a supporto di brand e prodotti emergenti ed insoliti, spesso esclusivi. EBIT è pioniere della filosofia di salute mentale nella community del fashion e, quindi, totalmente in linea con la strategia del retailer».

Le iniziative previste per rafforzare la presenza a livello globale, oltre alle aperture di Londra?

«Stiamo sviluppando un calendario di collaborazioni e progetti speciali, che pubblicheremo presto».

Secondo lei, qual è la strategia migliore per differenziare Modes nel mercato delle piattaforme omnicanale di lusso?

«Modes è un viaggio, con due pilastri imprescindibili: persone e destinazioni. In termini di location, è il primo concept store multibrand ad avere sedi nelle capitali del fashion tra cui Milano, Parigi e Londra. Uniche sono anche le prestigiose località dei negozi a Porto Cervo, St. Moritz, Forte dei Marmi e Portofino, solo per citarne alcune. Il nostro staff e i client advisor presenti nelle boutique sono in realtà parte della community stessa essendo spesso stilisti, musicisti, artisti. Questi due capisaldi conferiscono un importante punto di differenziazione».

Quali sfide immagina di dover affrontare e come intende superarle?

«Il panorama è instabile e in continuo cambiamento. Lavoro nel settore da trent’anni e ne ho affrontate tante: ad esempio prima e dopo l’e-commerce, l’evoluzione dei multibrand italiani, i grandi department stores, le sfide e le opportunità delle interazioni sui social media. L’impegno in una squadra è sempre sfidante. Le migliori idee provengono da un gruppo ristretto di persone talentuose, focalizzate chiaramente su obiettivi specifici: tali valori generano i presupposti necessari per superarle al meglio».

Che tipo di impatto avrà sulle vostre attività la nomina a Chief Commercial Officer di Caterina Ercoli?

«Caterina è sicuramente un acceleratore che, con una consolidata esperienza internazionale, porterà avanti la visione di Modes sul palcoscenico mondiale grazie alla sua professionalità nell’ambito del fashion, l’eccellente cura del brand mix e la spiccata capacità di incrementare le partnership in diversi mercati, sia con marchi di lusso su larga scala che con designer in erba».

Tradizione e tecnologia possono convivere nel futuro?

«Il mondo e il business sono in costante trasformazione. La tecnologia è una parte fondamentale del nostro futuro, ma deve essere sempre al servizio della tradizione e del Dna di un’organizzazione».