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Shock derivati: Italia rischia 8 miliardi di perdite

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ROMA (WSI) – Italy faces restructured derivatives hit: è il titolo dell’articolo del Financial Times, in cui viene rivelato il nuovo shock derivati, che questa volta non riguarda il caso Monte dei Paschi di Siena, ma l’Italia intera. E che mette in serio imbarazzo il numero uno della Bce, Mario Draghi.

Il ministro del Tesoro ha prontamente smentito, sottolineando che non esiste alcun pericolo perche’ l’operazione e’ stata chiusa a inizio 2012. La vicenda non cambia le valutazioni sul deficit passati e nemmeno la stima sui deficit futuri della Commissione, come precisato da Simon O’Connor, portavoce del commissario europeo agli Affari economici e monetari, Oli Rehn. Tuttavia i numeri parlano da soli.

Di fatto, l’Italia rischia miliardi di euro di perdite, 8 miliardi almeno, sui contratti derivati che ha ristrutturato all’apice della crisi dell’Eurozona, stando a un rapporto confidenziale dello stesso Ministero del Tesoro, ottenuto dal quotidiano britannico e da La Repubblica.

Il rapporto, di 29 pagine, mette in luce le transazioni sul debito effettuate dall’Italia e la sua esposizione nella prima metà del 2012; nel documento scottante, si parla anche della ristrutturazione di 8 contratti sui derivati conclusi con banche estere, che hanno un valore totale di 31,7 miliardi di euro, che risalgono al periodo della fine degli Anni 90 e che vennero rinegoziati nel 2012.

Verso la fine degli Anni 90 l’Italia stava cercando di aggiustare i propri conti pubblici, facendosi pagare immediatamente dalle banche, al fine di centrare i target sul deficit stabiliti dall’Unione europea, e necessari per entrare nell’euro. L’Italia aveva un deficit di ben il 7,7% nel 1995; il rapporto, entro il 1998, anno cruciale per l’approvazione o meno del suo ingresso nell’Euro, venne ridotto magicamente al 2,7%. Proprio nel periodo in cui Draghi era “direttore generale del Tesoro” afferma il Financial Times (tra il 1991 e il 2001).

Il rapporto “non specifica le perdite potenziali a cui l’Italia deve far fronte sui contratti sui derivati ristrutturati. Ma tre esperti indipendenti che sono stati consultati dall’Ft hanno calcolato le perdite sulla base dei prezzi di mercato dello scorso 20 giugno e hanno concluso che il Tesoro fa fronte a un rosso di 8 miliardi di euro”.

All’inizio dello scorso anno, l’Italia fu costretta a rivelare che aveva pagato a Morgan Stanley 2,57 miliardi di euro, dopo che la banca aveva esercitato una clausola sui contratti derivati che avevano per oggetto swap su tassi di interesse e swap option concordati con l’Italia nel 1994.

Ora, il rapporto bomba di 29 pagine è stato presentato agli inizi di quest’anno alla Corte dei Conti. Stando a un funzionario governativo, che ha optato per l’anonimato, i membri della Corte dei Conti si sono mostrati subito preoccupati e hanno richiesto alla Guardia di Finanza di intervenire: tant’è che i finanziarieri si sono recati negli uffici di Maria Cannata, responsabile della divisione di gestione dei debiti del Tesoro, per chiedere maggiori informazioni, e dettagli sui contratti derivati originali.

Gli esperti che lo hanno esaminato – aggiunge il Financial Times – hanno detto che la ristrutturazione ha consentito al Tesoro di scaglionare i pagamenti dovuti alle banche straniere su un periodo più lungo ma, in alcuni casi, a termini più svantaggiosi per l’Italia. [ARTICLEIMAGE]
“L’indagine richiamata dalla stampa è unicamente riferibile all’operazione, già conclusa all’inizio del 2012, con la quale si è provveduto alla chiusura di un contratto sottoscritto nel 1994 con la banca Morgan Stanley”, si legge in una nota della Corte dei Conti, in riferimento all’allarme derivati sollevato dal Financial Times.