Mercati

“Senza piu’ parole per descrivere quanto odiamo i bond”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

New York – Anche gli economisti piu’ ribassisti sono diventati “bullish” sull’azionario. Numerosi guru degli investimenti, da Warren Buffett e Larry Fink arrivando persino al “gufo” Nouriel Roubini, hanno di conseguenza consigliato di ridurre l’esposizione al mercato obbligazionario.

Ma nessuno ha una visione pessimista sui bond come quella di Jeremy Grantham. Nella ultima lettera trimestrale ai clienti, uno dei manager di fondi piu’ ascoltato dalla comunita’ di Wall Street, ha detto che “Stiamo finendo tutti i superlativi a disposizione per descrivere quanto odiamo i bond”.

Grantham, che da’ ragione al movimento Occupy quando dice che “e’ un sistema solo per ricchi”, si vanta di essere un contrarian assoluto. Non dovrebbe sorprendere, dunque, che il suo gruppo GMO sta investendo con sempre piu’ intensita’ e convinzione in Europa in tempi di crisi del debito e della moneta unica.

I “contrarian”, dice l’investitore inglese, “corrono in palazzi in fiamme” e un paio di mesi fa e’ innegabile che Roma stava prendendo fuoco.

Tra i suoi consigli piu’ recenti, figurano la riduzione contenuta dell’esposizione ai mercati in via di sviluppo e le speculazioni al ribasso contro i titoli di stato. I rendimenti sono bassi, i pericoli sono alti e nella migliore delle ipotesi si vedra’ una lieve ripresa che colpirebbe i portafogli a lunga durata. Inolte le politiche monetarie internazionali non favoriranno i ritorni dei bond.

Puntare su strategie conservative che offrono un ritorno sicuro e’ invece una buona tecnica. A patto che il flusso di profitti in entrata non sia vincolato troppo ai movimenti dei mercati. Strumenti di investimento di questo tipo possono offrire ritorni da investimento consistenti come quelli dell’azionario, senza pero’ portarsi dietro gli stessi rischi, al contempo aiutando a diversificare il portafoglio.