NEW TORK (WSI) – I robo-advisor sono il futuro del risparmio gestito. Ad affermarlo è CACEIS (asset servicing del gruppo Crédit Agricole) che nel report appena pubblicato insieme a PwC Luxembourg dal titolo “Reshaping retail fund distribution”, individua nella tecnologia la strada obbligata per catturare i bisogni dei cosiddetti Millennials, ovvero le persone nate tra gli anni ottanta e i primi anni duemila.
Secondo un recente studio di Corporate Insight, i robo-advisor a dicembre 2014 gestivano direttamente già 19 miliardi di dollari: un dato che, stando alla ricerca, è destinato a crescere visto che i sistemi più avanzati consentono un’allocazione del portafoglio da device mobili, il tutto a fee più conenute rispetto ad altre tipologie di consulenza.
Abituati a gestire informazioni in tempo reale, i Millennials sono cresciuti con la banda larga, gli smartphone, i tablet e i social media e tra poco indosseranno uno smartwatch. “Una generazione nata ai tempi della crisi economica e quindi molto più scettica nei confronti dei mercati finanziari. Se oggi vedere il proprio promotore una volta al mese o, almeno, ogni tre mesi può essere sufficiente, il Millennial si accontenterà di un incontro ogni sei mesi”, si legge nel report.
Di qui la necessità di ripensare alla modalità per guadagnare la fiducia di questi investitori e fidelizzarli anche attraverso un uso più efficace di tool tecnologici, è ormai una priorità per l’intera catena del valore.
“Se negli anni ’80/’90 gli investitori erano completamente dipendenti dalle informazioni che ricevevano dai loro banker, al contrario oggi ne sono letteralmente sommersi: si calcola che le società producono la cifra monstre di 4,5 quintilioni di byte di dati ogni giorno. Ecco perché è fondamentale conoscere i bisogni dei propri clienti attraverso nuove tecniche di analisi, integrando informazioni provenienti da fonti diverse (big data) e tradurle in azioni di marketing più efficaci (“segmentazione della clientela”)”, continua il report.
“In questo contesto, asset manager, distributori e nuovi soggetti IT, stanno cercando di guadagnare posizioni lungo la catena del valore. Gli asset manager ad esempio guardano con interesse alle App, da quella più semplice che garantisce solo la transazione sino a soluzioni più sofisticate per accompagnare la relazione con il cliente. L’industria dell’asset management è ancora molto indietro rispetto ad altri settori finanziari – come ad esempio quello dei sistemi di pagamento – ma è sulla buona strada per arricchire i propri servizi mobile integrandoli con la consulenza e con la gestione del portafoglio in tempo reale”. (mt)