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Semi presidenzialismo? “Improbabile in Italia”

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PARIGI (WSI) – Di convegni sull’ipotesi di instaurare un sistema presidenzialista anche in Italia ne ha fatti per vent’anni. Ma non sono serviti a convincere il piu’ italiano dei politologi francesi, Marc Lazar, all’idea che da noi ci si arrivi mai.

I principali partiti rappresentati dal governo Letta, Pd e PdL, si sono espressi a favore di un passaggio al doppio turno e al semi presidenzialismo “alla francese”. Ma i dubbi e le insidie, a parere degli esperti, sono molti.

I principali ostacoli per arrivare a un simile sistema sono rappresentati innanzitutto dallo spauracchio del fascismo, periodo indelebile nelle menti degli italiani, e in secondo luogo del fattore Berlusconi.

“E’ significativo notare che nel 1958 quasi tutti i partiti italiani, non sono di sinistra ma anche la Dc, criticarono la Quinta Repubblica francese. In Italia, c’era, e ‘ce’, una diffusa perplessita’ sul presidenzialismo. Per almeno tre ragioni. Il ricordo del fascismo, la forte tradizione parlamentare e il fattore B.”, ha osservato in un’intervista a La Stampa l’analista e professore della Luiss di Roma.

La Quinta Repubblica e’ nata in circostanze eccezionali in Francia e pur assicurando la tanta agognata (dall’Italia) stabilita’, il doppio turno ha l’effetto controproducente di escludere le minoranze e polarizzare le posizioni, a detta di Lazar.

Per Lazar esistono varie condizioni che rendono improbabile la svolta presidenzialista dell’Italia. La prima e’ il contesto. De Gaulle porto’ la Francia nella Quinta Repubblica dopo lo shock epocale della guerra d’Algeria, e questo percorso di transizione dal parlamentarismo al presidenzialismo – all’epoca si parlo’ di via di mezzo tra Repubblica e monarchia – fu assai contestato.

La sinistra transalpina fu molto critica con la rivoluzione gollista, e solo François Mitterand e’ riuscito a interpretarla a fondo, tanto che in piu’ di cinquant’anni di presidenzialismo all’Eliseo i socialisti hanno governato solo per quindici.

“Da noi discutiamo molto dei limiti del doppio turno. In Italia se ne vedono solo i vantaggi, che sono essenzialmente due. Garantisce la governabilita, perche’ determina maggioranze forti”. In secondo luogo “in ogni collegio c’e’ un rapporto molto stretto fra eletto ed elettori, cioe’ quel che manca oggi in Italia con il porcellum”.

Quanto agli svantaggi, “tanto per cominciare il sistema non rappresenta le minoranze. E poi le posizioni si radicalizzano. Bisogna scegliere, destra o sinistra, in mezzo non c’e’ il posto”. O per lo meno, ce n’e’, ma solo al primo turno.

Inoltre, rifare la costituzione italiana in un periodo critico per il paese non pare il migliore dei tempismi. Insomma, l’Italia non diventera’ una Repubblica semi presidenziale. Almeno non ora secondo un alquanto scettico Lazar: “Diciamo che mi sembra molto improbabile”.