Economia

Scozia rigetta Brexit Bill, si teme referendum secessione

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La Scozia torna ad agitare i sonni della premier britannica Theresa May alle prese con i difficile negoziati per la Brexiti. Martedì il Parlamento di Edimburgo ha respinto la ‘Brexit Bill’, il provvedimento che sancisce il divorzio dall’Unione Europea, con una maggioranza schiacciante di 93 voti a 30. A favore si sono espressi solo i conservatori, cioè il partito di Theresa May.

Le altre formazioni politiche – laburisti, verdi e liberali – hanno votato compatti con lo Scottish National Party, la sigla indipendentista guidata dall’attuale premier Nicola Sturgeon, aprendo una crisi istituzionale senza precedenti, che potrebbe spingere Edimburgo a chiedere un nuovo referendum per ottenere la secessione.

Il voto non è giuridicamente vincolante, ma costringerà Theresa May a rivedere le sue posizioni, magari concedendo ulteriori poteri al governo scozzese.

I due governi, quello di Londra e quello scozzese, sono sul piede di guerra dal giorno del referendum sulla Brexit. La maggioranza della popolazione scozzese votò contro. E da quel momento, il governo scozzese, con la sua leader Nicola Sturgeon, ha fatto di tutto per evitare che al governo centrale tornassero tutti i poteri delegati dal governo a Bruxelles e che l’Unione europea concede ai parlamenti regionali.

Per molto tempo si è parlato di un secondo referendum per l’indipendenza della Scozia. E adesso, Theresa May teme che questa scelta del parlamento scozzese possa essere un motivo per un nuovo voto per la secessione.

Un incubo in questa fase di negoziati con Bruxelles. Intanto, secondo quanto si apprende, il governo britannico pubblicherà un “white paper“, un piano dettagliato sulle intenzioni sulla gestione del post Brexit, in particolare per quanto riguarda i rapporti con l’Europa.

“È tempo che chiariamo le nostre intenzioni con molti più dettagli di quelli dati finora“, ha spiegato ieri il ministro dell‘Ufficio di Gabinetto David Lidington, durante un’intervista alla Bbc, ribadendo che non è nelle intenzioni del Governo chiedere un allungamento del periodo di transizione. “E’ stato fatto molto lavoro per dare corpo alla visione della premier su una relazione profonda, ampia e speciale tra noi e l’Ue dopo la Brexit e vogliamo spiegarlo nel dettaglio”, ha detto. “Sarà il documento più importante sull’Ue dopo il referendum”, ha detto il ministro per la Brexit David Davis, spiegando che “presenterà le nostre ambizioni sui futuri rapporti tra il Regno Unito e l’Ue”.

Secondo l’emittente televisiva britannica, il documento di oltre cento pagine dovrà essere pubblicato prima del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno, tanto più che Bruxelles ha già dato segnali di impazienza sull’avanzamento dei negoziati.