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Schengen: frontiere, cosa deve cambiare secondo la Commissione Ue

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La Commissione europea ha presentato la sua “strategia” per rafforzare l’area Schengen, attraverso un controllo più efficace delle frontiere esterne e maggiore integrazione all’interno dei vari Paesi del blocco.

“La libertà di circolare, vivere e lavorare in diversi Stati membri è una libertà cara agli europei”, ha commentato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, “uno dei più grandi successi dell’Ue. Diverse crisi e sfide ci hanno dimostrato che non possiamo dare per scontata Schengen”. Fra le sfide poste dalla libera circolazione all’interno dell’area vanno ricordare le minacce legate al terrorismo internazionale e all’immigrazione illegale – entrambe favorite dalla facilità di movimento garantita all’interno dell’area Schengen (che include 26 Paesi, fra i quali l’Italia).

Schengen: l’agenda delle riforme

Le missioni che la proposta della Commissione punta a realizzare sono tre:

  1. “Assicurare una gestione efficace dei confini esterni dell’Unione, attraverso il lancio in atto del corpi permanenti della Guardia di frontiera europea e Guardia costiera europea; rendere interoperabili i sistemi informativi per la gestione delle frontiere e della migrazione entro il 2023; e un’imminente proposta per consentire le domande di visto e i documenti di viaggio in forma digitale”. Sulla materia propriamente migratoria, “la Commissione invita inoltre i colegislatori”, ovvero Parlamento e Consiglio dell’Ue, “ad adottare rapidamente la proposta del nuovo patto sulla migrazione e l’asilo sullo screening delle persone che attraversano senza autorizzazione”
  2. “Rafforzamento l’area Schengen internamente” dal momento che “una cooperazione stretta fra gli Stati Membri è cruciale per prevenire e combattere le minacce alla sicurezza e compensare per l’assenza di controlli sui confini interni”. Per far fronte a queste sfide la Commissione ha citato il codice di cooperazione di polizia dell’Ue; l’aggiornamento del quadro “Prum” per lo scambio di informazioni su Dna, impronte digitali e dati dei veicoli; e l’estensione dell’uso delle informazioni anticipate sui passeggeri ai voli intra-Schengen.
  3. “Incrementare la governance e la preparazione”, convocando annualmente forum su Schengen per promuovere il dialogo politico in materia; entro la fine dell’anno, inoltre “la Commissione proporrà di rivedere il codice frontiere Schengen” anche per garantire “uno stretto coordinamento” in grado di evitare quanto più possibile il ripristino dei controlli alle frontiere interne, che rimarrebbe “una misura di ultima istanza”.