Economia

Saldi invernali: in dieci anni giro d’affari crollato del 31%

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Al via da ieri, 2 gennaio i saldi invernali 2022 con Basilicata e Sicilia in testa, seguite dalla Valle d’Aosta il prossimo 3 gennaio, mentre nel resto d’Italia le vendite di fine stagione (vedi calendario completo) si apriranno il giorno 5 gennaio.

Secondo quanto emerge dall’indagine previ sionale sui saldi condotta da Confesercenti su un campione di consumatori, 4 italiani su dieci (il 39%) hanno già programmato di approfittare dei saldi invernali per acquistare uno o più prodotti, per un budget medio previsto di 150 euro a persona. Sul risultato pesa l’ombra di omicron e l’impatto negativo che sta avendo sulla fiducia delle famiglie. Ma incide anche la concorrenza all’evento saldi da parte della bulimia di promozioni prenatalizie e natalizie cui sono stati sottoposti i consumatori, a partire proprio da un Black Friday particolarmente ‘ravvicinato’, a meno di un mese dal Natale. Si rafforza invece la tendenza all’acquisto di impulso: cresce rispetto al 2020 dal 41 al 46% la quota di consumatori che deciderà se acquistare prodotti in saldo sul momento, in base alle offerte.

In 10 anni giro d’affari crollato del 31%

n 10 anni il giro d’affari dei saldi invernali ha subito un tracollo del -31%, con le vendite calate di quasi 2 miliardi di euro e consumatori sempre meno attratti dagli sconti di fine stagione.
Lo afferma Assoutenti, che ha realizzato una indagine per capire come siano cambiate le abitudini di acquisto degli italiani.

“In base ai dati forniti dalle stesse organizzazioni dei commercianti, nel 2012, in piena crisi economica, i saldi invernali generavano acquisti per complessivi 6,1 miliardi di euro – spiega il presidente Furio Truzzi – Oggi il giro d’affari degli sconti di fine stagione si attesterà sui 4,2 miliardi di euro, con una contrazione del -31% in 10 anni e quasi 2 miliardi di euro di acquisti in meno”.
“Si riduce fortemente anche il valore dello scontrino medio, con la spesa procapite che era pari a 168 euro a persona nel 2012 e scende a 119 euro nel 2022, con una riduzione del -29% in 10 anni – prosegue Truzzi – Un tracollo che dimostra come i saldi abbiano perso attrattività, anche a causa dell’avvento dell’e-commerce che permette ai consumatori di trovare tutto l’anno a prezzi scontati capi di abbigliamento, calzature e accessori”. “Crediamo sia giunta l’ora di rivedere la normativa sui saldi di fine stagione, che appare obsoleta e inadatta alle opportunità offerte oggi dal mercato, liberalizzando gli sconti e permettendo ai negozianti di concorrere ad armi pari con i giganti dell’e-commerce” – conclude il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi.

Secondo Confesercenti, la media di 150 euro nasconde una spesa media fortemente polarizzata: il 47% acquisterà per meno di 100 euro, mentre il 43% spenderà tra il 100 ed i 300. Solo il 6% ha previsto una spesa tra i 300 ed i 500 euro, mentre il 4% più di 500 euro. Nonostante la crescente concorrenza del web, i saldi rimangono un evento legato soprattutto ai negozi fisici: il 31% degli acquisti dei saldi avverrà infatti in una grande catena o presso negozi brandizzati, seguiti da vicino dai negozi indipendenti, cui si rivolgeranno il 26% dei clienti.
Il 22% sceglierà infine un outlet, mentre il 23%, invece, cercherà l’affare scontato sul web, oltre il 5% in più dello scorso anno e l’8% rispetto al periodo prepandemico.

Quest’anno, in cima ai desideri degli italiani ci sono le scarpe: è la spesa prevista dal 47% di chi ha già deciso di comprare. Seguono prodotti di maglieria (45%), capispalla (27%), capi di camiceria (26%), magliette e intimo (entrambi al 22%). Ma c’è anche un 15% in cerca di borse ed un 12% di altri accessori, dalle sciarpe alle cinture.

I consigli per evitare fregature nei saldi invernali

Come ogni anno il Codacons diffonde il decalogo con i 10 consigli d’oro per evitare fregature durante i saldi invernali e fare acquisti in tutta sicurezza:

1) conservare sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. se il cambio non è possibile, ad esempio perché il prodotto è finito, avete diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono). si hanno due mesi di tempo, non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto.

2) le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce “saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. stare alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli. è improbabile, per non dire impossibile, che a fine stagione il negozio sia provvisto, per ogni tipo di prodotto, di tutte le taglie e colori.

3) girare. nei giorni che precedono i saldi andare nei negozi a cercare quello che interessa, segnandone il prezzo; si può così verificare l’effettività dello sconto praticato ed andare a colpo sicuro, evitando inutili code. non fermarsi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontare i prezzi con quelli esposti in altri esercizi.

4) consigli per gli acquisti. cercare di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio: così si è meno influenzabili dal negoziante e si corre meno il rischio di tornare a casa colmi di cose, magari anche a buon prezzo, ma delle quali non si aveva alcun bisogno. valutare la bontà dell’articolo guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (le fibre naturali ad esempio costano di più delle sintetiche). pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. diffidare dei marchi molto simili a quelli noti.

5) diffidare degli sconti superiori al 50%, spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi (si gonfia il prezzo vecchio così da aumentare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto). un commerciante, salvo nell’alta moda, non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto.

6) servirsi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistare merce della quale si conosce gia’ il prezzo o la qualita’ in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.

7) negozi e vetrine. non acquistare nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile. controllare che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. la merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla “nuova”. diffidare delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.

8) prova dei capi: non c’è l’obbligo. è rimesso alla discrezionalità del negoziante. il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati.

9) pagamenti. nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi.

10) fregature. se pensate di avere preso una fregatura rivolgetevi al Codacons, oppure chiamate i vigili urbani.