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Saipem, processo per corruzione e via all’aumento di capitale

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ROMA (WSI) – Tutto è pronto per il processo che coinvolge Saipem per presunta corruzione internazionale in Algeria. L’udienza presso il tribunale di Milano, che vede coinvolti fra gli imputati alcuni ex dirigenti della società italiana, è stata però rinviata al 25 gennaio, a causa di un sciopero dei penalisti italiani. Secondo l’accusa, Saipem avrebbe pagato 198 milioni di euro di tangenti in Algeria per ottenere appalti del valore di 8 miliardi di euro. L’ente statale algerino che gestisce gli affari energetici, Sonatrach, il ministero italiano dell’Economia  e il Movimento cittadini algerini Italia-Europa hanno chiesto di costituirsi come parte civile nel processo a carico degli degli ex dirigenti della società.

Fra gli imputati figurano l’ex direttore operativo di Saipem, Pietro Varone, l’ex direttore finanziario di Saipem (e in seguito di Eni) Alessandro Bernini, l’ex presidente e ad di Saipem Pietro Tali, Farid Noureddine Bedjaoui, fiduciario dell’allora ministro dell’energia algerino, Samyr Ouraied; i capi d’accusa sono concorso in corruzione internazionale e dichiarazione fraudolenta dei redditi. Anche la stessa Saipem è imputata per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.

Nel frattempo l’aumento di capitale di Saipem per 3,5 miliardi di euro è stato approvato con larga maggioranza dall’assemblea degli azionisti; l’operazione, volta a ripianare debiti per 6,9 miliardi, sarà avviata entro il 31 marzo dell’anno prossimo.