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S&P 500: per Wells Fargo +47% fino a 2014

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New York – Il sell off su Wall Street iniziato dalla rielezione a presidente degli Stati Uniti di Barack Obama ha ridotto la capitalizzazione dell’azionario americano di ben 806 miliardi di dollari, provocando il calo più forte dallo scorso maggio.

Altro fattore da mettere in evidenza è che la combinazione tra calo degli indici azionari e l’aumento dei profitti ha portato il rapporto price-to-earning dello S&P 500 al di sotto del livello di chiusura registrato in otto delle nove fasi rialziste di bull markets a partire dal 1962 e a un livello inferiore rispetto alla media di qualsiasi valore da quando Ronald Reagan è diventato presidente degli Stati Uniti. Per tornare poi al valore massimo testato nella storia, lo S&P dovrebbe salire +26%.

In questa fase, i ribassisti riferiscono che il calo dello S&P 500 conferma come gli investitori stiano perdendo fiducia sulla capacità del Congresso e di Obama di raggiungere un accordo per impedire che il precipizio fiscale faccia scivolare gli Stati Uniti in una nuova recessione. Ma i rialzisti affermano che invece è questo il momento di comprare.

“I mercati azionari appaiono convenienti in quanto si è troppo pessimisti riguardo al tasso di crescita dei prossimi 10 anni – ha commentato Brian Jacobsen, responsabile strategist presso Wells Frago Advantage Funds, secondo cui lo S&P 500 salirà +47% a 2.000 nel 2014 – E’ possibile assistere a movimenti grandi e rapidi sul mercato, visto che le attese sono così basse”.

E altri strategists, intervistati da Bloomberg, sono in generale ottimisti sulla performance già nel 2014. Secondo la media degli intervistati, lo S&P 500 farà +17% al record a 1.585 punti, entro la fine del 2013. Tra questi Douglas Kass, fondatore di Seabreeze Partners Managament, che ritiene che l’indice potrebbe avanzare +18% a 1.600 l’anno prossimo, sulla scia di un compromesso riguardante il precipizio fiscale e grazie all’espansione dell’economia.