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Ripresa? Ma se nelle banche le sofferenze aumentano

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ROMA (WSI) – La storia dei Too big to fail è nota ormai da anni. Almeno da quando esplose la crisi finanziaria con il crack di Lehman Brothers. Banche troppo grandi per poter fallire, banche come linfa dell’economia reale, la cui sopravvivenza è una condizione sine qua non per assicurare la sopravvivenza anche dei fondamentali delle economie.

E’ con queste parole, ripetute all’infinito, che prima la Fed poi la la Bce hanno iniettato liquidità al sistema finanziario, elargendo corposi finanziamenti. E’ davvero servito a qualcosa? A guardare all’economia reale e alla situazione in cui versano gli istituti, viene naturale essere diffidenti.

L’ultimo rapporto della Banca d’Italia parla infatti chiaro, mettendo in evidenza un forte aumento dei “crediti deteriorati”. Non solo: “le condizioni di offerta sono ancora restrittive”.

L’andamento del credito, infatti, “risente della debolezza, sia pure in attenuazione, della domanda da parte di imprese e famiglie, legata alla congiuntura economica sfavorevole e al peggioramento del mercato immobiliare, e di condizioni di offerta ancora tese”.

“Le condizioni del credito – continua- hanno beneficiato, nel corso dell’anno, della graduale rimozione dei vincoli di liquidità che gravavano sulle banche italiane, anche grazie alle politiche attuate dall’Eurosistema. L’offerta di finanziamenti, (però), è tuttavia ancora frenata dall’elevato rischio percepito dagli intermediari, in relazione agli effetti della recessione sui bilanci delle imprese. I crediti deteriorati sono aumentati in misura significativa”.