Economia

Riforma Ue: un altro favore alle banche

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ROMA (WSI) – Bruxelles alleggerirà le regole previste dalla riforma finanziaria, in modo che le banche europee più grandi non siano obbligate in automatico a separare le attività di prestito alla clientela retail dalle attività di trading più rischiose.

Lo riferisce il Financial Times. Il Sole 24 Ore parla di trading vietato alle big della finanza. Il quotidiano di Confindustria scrive che “tornato dalla pausa di fine anno, l’establishment bruxellese deve ora rimettere mano al gravoso dossier bancario”.

Quando ormai mancano solo 140 giorni alle elezioni per il Parlamento europeo, i prossimi mesi saranno cadenzati da negoziati intensi per definire l’assetto istituzionale della Unione Europea.

Parlamento e Consiglio iniziano oggi le trattative sul meccanismo unico di gestione delle crisi bancarie. “Entro gennaio è prevista poi la presentazione di una proposta di riforma del sistema creditizio per rafforzare il settore dopo la crisi finanziaria”.

Gli elementi fondamentali dell’unione bancaria sono la supervisione che spetterà alla Bce, l’assicurazione europea sui depositi (oggi garantiti fino a centomila euro da fondi nazionali), e un Meccanismo unico di risoluzione (Mur).

“Le ultime indicazioni lasciano prevedere, si legge sul Sole, “il divieto per le banche più grandi di effettuare operazioni per proprio conto”.

Su questo fronte, se confermata dalla versione finale, la bozza di progetto comunitario su cui sta lavorando il commissario al Mercato interno Michel Barnier non imporrà una separazione obbligatoria tra le due principali attività bancarie (investimenti e depositi), come fu deciso negli Stati Uniti sulla scia del ’29 con la riforma Glass-Steagall”.

“Tuttavia, secondo un esponente comunitario, il progetto legislativo dovrebbe comunque prevedere il divieto per le banche più grandi di effettuare contrattazioni speculative per proprio conto (proprietary trading, secondo l’espressione inglese). ‘La regola, se confermata, si applicherebbe alle 30 banche europee più importanti’, spiegava ieri un responsabile europeo (…)”.

‘Contrattazioni specificatamente dedicate a prendere posizioni per generare profitti a proprio vantaggio, senza alcun legame con l’attività dei propri clienti o con il tentativo di compensare i rischi dell’istituto, saranno proibite’, si legge nel documento.

L’obiettivo è di limitare il raggio d’azione di istituti di credito che nel recente passato hanno tralasciato l’attività di deposito per privilegiare le contrattazioni sui mercati, assai più pericolose.

Commentava ieri il responsabile europeo: ‘Il pacchetto europeo sarà vicino alla recente riforma americana Volcker’, che prevede il divieto per le banche di effettuare operazioni speculative per proprio conto. Nel lavorare alla riforma creditizia, Barnier deve fare i conti con una influente lobby bancaria, contraria a qualsiasi misura restrittiva. Peraltro, la Germania e la Francia hanno già presentato le proprie riforme, evitando separazioni nette tra depositi e investimenti”.

Nel rispondere alle domande sul parere della Bce per la quale il maggiore patrimonio portato dalla rivalutazione delle quote di Banca d’Italia non potra’ essere considerato nei bilanci 2013 degli istituti di credito italiani, il Ceo di Unicredit Federico Ghizzoni ha spiegato che “già sapevano che non poteva essere fatta nel 2013, ma in base alla situazione delle singole banche nel 2014 o 2015, non e’ una sorpresa”.

“Mi sembra che la posizione della Bce sia stata positiva – ha aggiunto Ghizzoni a margine dell’inaugurazione di Pitti Immagine Uomo – poi la contabilizzazione è un fattore squisitamente contabile, ma già sapevamo che era così”.