Economia

Riforma del fisco a tre aliquote. Cosa cambia

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Il governo ha intenzione di ridurre a tre le aliquote Irpef.

A confermarlo è Maurizio Leo, viceministro dell’Economia (nella foto sopra), che ha sottolineato come la prevista riforma del fisco punti direttamente su una revisione delle tax expenditures, le quali, in estrema sintesi, sono le deduzioni e le detrazioni fiscali.

Ridurre il numero delle aliquote, è questo il momento secondo il viceministro Leo

Secondo Leo, in questo momento, sussistono, a tutti gli effetti, le condizioni per poter ridurre il numero delle aliquote. È possibile arrivare ad un sistema che ne preveda unicamente tre.

Leo ha spiegato che il governo sta lavorando in questo senso con la Ragioneria dello Stato, sottolineando che in questo momento il nostro paese ha qualcosa come 600 tax expenditure, che cubano 156 miliardi di euro.

In questo contesto è possibile intervenire: nel momento in cui si provvede ad effettuare una revisione attenta delle detrazioni e delle deduzioni, è possibile trovare le risorse per calibrare al meglio le aliquote.

Riforma del fisco, in Cdm entro la prossima settimana

La riforma del fisco arriverà in Consiglio dei Ministri entro la metà di marzo.

Leo ritiene che, ormai, si sia giunti alle battute finali ed ha spiegato che entro la metà del mese, la riforma del fisco, arriverà nel Cdm e poi ci saranno i tempi parlamentari. Le novità, comunque, non saranno costituite unicamente da una rimodulazione delle aliquote Irpef. Ora come ora, i tempi sono maturi per una riforma strutturale, che vada a cambiare definitivamente l’impostazione del sistema tributario, che risulta essere particolarmente datata.

Leo ha infatti spiegato che la riforma del fisco:

è stata fatta negli anni ’70, poi ci sono stati tutta una serie di interventi manutentivi. Quello che vogliamo fare adesso è riordinare tutto il sistema tributario. Innanzitutto vogliamo rendere coerente il nostro ordinamento con quelle che sono le regole dell’Unione europea e internazionali. E poi intervenire sui singoli tributi l’Irpef, l’Ires, l’Iva ma anche gli altri tributi minori, alcuni dei quali si possono anche eliminare.

Procedimenti di accertamento, necessario incentivare la collaborazione tra fisco e contribuente

Uno dei capitoli più importanti della riforma del fisco è costituito, inoltre, dai procedimenti di accertamento: è necessario andare a modificare i rapporti che ci sono tra fisco e contribuente.

Ma soprattutto si deve semplificare e cercare di ridurre il tax gap che c’è stato dal 2000 fino ad oggi, che si è andato ad attestare tra i 75 ed i 100 miliardi di euro.

Secondo Leo, questa situazione è impensabile: è necessario ridurlo, andando ad incentivare la collaborazione tra contribuente e fisco.

In estrema sintesi l’obiettivo più evidente e schietto è quello di ridurre le tasse per creare nuova occupazione e fare investimenti.

Incentivi alle assunzioni e agli investimenti più produttivi

La riforma del fisco penserà anche alle aziende che intendono assumere, prevedendo dei veri e propri incentivi.

Quello che è possibile fare, secondo Maurizio Leo, è ridurre la tassazione – come ad esempio l’Ires – per le imprese che assumono delle persone che hanno percepito il reddito di cittadinanza, siano degli ultracinquantenni e le donne.

È importante, poi, incentivare gli investimenti più produttivi.

Particolare attenzione verrà prestata anche alla richiesta avanzata dall’Unione europea, a seguito della quale l’Italia dovrebbe recuperare dalla Chiesa le annualità 2006-2011 dell’Ici, Leo ha spiegato che

ovviamente quando ci sono delle regole comunitarie bisogna uniformarsi però anche lì bisogna vedere i limiti perché ci sono delle situazioni in cui non c’è la commercialità allora in quei casi bisogna vedere come rendere coerente quelle che sono le indicazioni della Ue con la peculiarità di certe strutture della Chiesa Cattolica.