Economia

Ricerca NTT DATA: per le aziende dei servizi finanziari e delle assicurazioni il futuro è digitale

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I modelli di business tradizionali incentrati sulla vendita di propri prodotti saranno presto abbandonati e questo grazie alle tecnologie digitali, ad una maggiore concorrenza e alle crescenti aspettative digitali dei consumatori. Così indica il 61% delle aziende di servizi finanziari e di assicurazione (FS&Is) intervistate per una ricerca di NTT DATA secondo cui il 90% delle FS&Is intervistate sottolinea che, per fornire ai consumatori un’offerta di servizi unica e disponibile 24 ore su 24, stanno pensando di creare delle Digital Business Platform che permettano loro di lavorare con Fintech, Insurtech ed altri attori presenti nell’ecosistema digitale globale.(Qui la ricerca)

Le aziende come Amazon, Google e Netflix che fanno della propria piattaforma digitale il reale valore aggiunto sono in grado di offrire alla clientela servizi digitali facili e veloce da usare stanno progressivamente cambiando le aspettative anche dei clienti finanziari e assicurativi” ricorda Luca Pozzoli – Practice manager Banking & Payments NTT DATA Italia. “Questi giganti della tecnologia usano modelli di business agili grazie ai quali, facendo leva sui dati raccolti dai clienti, riescono a personalizzare i nuovi prodotti a prezzi competitivi servendo al meglio nel contempo la fascia di consumatori che preferisce l’uso del canale “mobile” dove semplicità e velocità sono caratteristiche distintive.

Importante opportunità per riposizionare la propria azienda, secondo l’85% degli intervistati è la Digital Business Platform e l’83% ha convenuto che l’integrazione di sistemi legacy core con questa DBP sia determinante per la propria posizione competitiva nei prossimi 3-5 anni. Un dato su tutti fa riflettere: a livello globale emerge che solo il 23% del totale degli intervistati dichiara di disporre attualmente nella propria azienda di una DBP attiva, mentre questo valore si incrementa notevolmente se lo si osserva in Italia dove ben il 43% degli intervistati dichiara di aver già sviluppato una DBP e che questa stia producendo significativi benefici sia in termini di offerta che di costo.

Le priorità per i prossimi tre anni

In primis, dice la ricerca, una maggiore padronanza delle tecniche di digital marketing e sulle nuove modalità di ingaggio del cliente accoglie un grande consenso sia a livello globale che domestico (54%). In secondo luogo a livello mondiale la priorità sarà migliorare la propria capacità nel creare nuovi prodotti e servizi digitale (il 39% degli intervistati la inserisce tra le prime 3 priorità), mentre in Italia le aziende intervistate al secondo posto delle priorità inseriscono il lancio di una reale strategia legata all’Open Banking e allo sviluppo di “API aperte” forse “figlia” ancora una volta del piano di trasformazione indotto dalla PSD2. Infine, terza priorità per gli italiani è un “taglio dei costi” (il 46% degli intervistati), cosa che invece a livello mondiale si trova agli ultimi posti delle 10 priorità indicate preceduta dal lancio di piattaforme di Open Banking (le c.d. DBP), capacità di iper-personalizzare i servizi, di rispettare i vincoli normativi e accompagnare i propri clienti nel passaggio dal mondo fisico a quello digitale.