Milano – MERCATI AZIONARI Settimana decisamente negativa per i mercati internazionali che pagano il moltiplicarsi di situazioni problematiche: in Europa alla Grecia si aggiungono preoccupazioni su Italia e Spagna . (nel nostro paese sono la tenuta dei conti pubblici e l’obbligazionario a vacillare mentre sulla penisola iberica pesa la messa sotto osservazione del rating ‘AA2’ da parte di Moody’s). Negli Usa, infine, è ancora lontana la risoluzione sull’innalzamento del tetto al debito.
Le Borse riflettono questa situazione con il record negativo del nostro FTSE/Mib al -6,5% e le Wall Street con Dow e S&P500 attorno al -3% settimanale.
GLI UTILI COMUNICATI
Sul fronte corporate, negli Stati Uniti, il colosso dei semiconduttori Texas Instruments ha archiviato il 2Q11 con un utile netto in calo del 12,6% a USD672,0 mln mentre l’Eps si è attestato a USD0,56 sopra ai USD0,53 previsti dal mercato. A pesare negativamente sull’andamento sul risultato hanno contribuito gli effetti del terremoto in Giappone e il calo degli ordini da parte di Nokia, principale cliente wireless del gruppo. I ricavi sono scesi dell’1,1% a/a a USD3,46 mld, anche in questo caso meglio rispetto alle stime previste per USD3,4 mld. Debole l’outlook per il trimestre in corso con l’Eps previsto nel range USD0,55-0,65 contro i USD0,64 attesi dalla comunità finanziaria e ricavi tra USD3,4 mld e USD3,7 mld (3,6 mld le stime).
In Europa, l’istituto iberico Bbva ha terminato il 2Q11 con un utile netto di EUR1,19 mld in calo del 7,6% dagli EUR9 mld dello stesso periodo del 2010 soprattutto a causa della debolezza del mercato interno. I profitti restano però migliori delle attese degli analisti che alla vigilia avevano pronosticato un risultato di EUR1,1 mld. L’utile netto delle divisione spagnola del colosso bancario ha mostrato una flessione del 36% a EUR419 mln.
In Italia, Eni ha chiuso il 2Q11 con un utile netto adjusted di EUR1,436 mld, in flessione del 14% rispetto al 2Q10 e sotto le attese degli analisti di EUR1,629, mentre sul semestre l’utile si attesta a EUR3,63 mld, con una crescita del 4%. Il CdA ha deciso di proporre un dividendo interim di EUR0,52 per azione da EUR0,50 del 1H10 da mettere in pagamento a partire dal 22 settembre.
EUROSTOXX: ANALISI TECNICA
Il trend negativo delle ultime sedute ha riportato l’Eurostoxx50 da 2.800 pts fino agli attuali livelli sotto i 2.650 pts, non lontano dai minimi di metà luglio a 2.608,04 pts. L’eventuale cedimento di quest’ultimo livello aprirebbe la strada ad un’ulteriore flessione verso i supporti seguenti a 2.560 pts e a 2.500 pts. Al contrario, in caso di recupero, i primi obiettivi dinamici di breve sono rappresentati dalle MM a 14 e a 65 gg, rispettivamente a 2.700 pts e a 2.800 pts.
L’AUMENTO DELLA VOLATILITA’: COSA POTRA’ ACCADERE
Nelle ultime sedute si è assistito ad un deciso aumento dell’indice della
volatilità implicita dei tecnologici (VXN*), che ha superato la MM a 20 gg
situata a 20,0 pts portandosi in area 25,0 pts. In caso di ulteriore salita i prossimi supporti sono posizonati a 30,8 pts e a 37,7 pts. Al contrario, la nuova rottura ribassista della MM a 20 gg potrebbe deprimere le quotazioni verso i minimi di metà aprile sotto i 16,0 pts.
FOREX
Fronte forex, euro stabile sul dollaro in area 1,435 con le due valute che non registrano scostamenti rilevanti l’una sull’altra ma cedono nettamente nei confronti delle altre principali divise. La moneta unica sconta ancora i timori sulla situazione debitoria greca e sulla possibile speculazione nei confronti del mercato italiano. Biglietto verde che invece subisce l’incertezza circa l’innalzamento del tetto del debito Usa e i deboli dati macroeconomici.
COMMODITIES
Fronte commodities, ritraccia il petrolio Wti che scambia in area USD96 al barile riflettendo il rallentamento e i timori sull’economia statunitense. Clima economico incerto che lancia l’oro, tradizionale bene rifugio, al record storico sopra USD1.628 all’oncia.
ANALISI TECNICA EUR/USD
Dopo un timido allungo sopra 1,45, nelle ultime sedute si è assistito ad uno storno dell’Eur/Usd fino a ridosso di 1,42. In caso di ulteriore discesa i prossimi supporti sono posizionati a 1,40 e a 1,3840. Al contrario, in caso di ripresa della salita i prossimi target sono a 1,46, 1,47 e sui massimi di inizio maggio a 1,4939.
MACROECONOMIA: I DATI DA RICORDARE
La fiducia economica nei Paesi dell’Eurozona è calata a 103,2 pts dai 105,4 di giugno (rivisto dai 105,1 preliminari), e rispetto alle attese di 104. La fiducia nel business è a 0,45 pts in calo rispetto a giugno (0,95 rivisto) e alle attese di 0,85.
Indagini sulla fiducia anche in Italia con il dato riferito ai consumatori che a luglio è sceso a 103,7 pts rispetto ai 105,8
di giugno, ed alle attese di 104,5 e quello sulle imprese anch’esso in calo per il mese di giugno a 98,5 pts rispetto ai 100,5 di maggio mentre le attese erano per un dato di 99,7 pts.
In Europa focus anche sull’inflazione preliminare di luglio: in Germania i dati vedono un indice nazionale in aumento dello 0,4% su mese (da 0,1% di giugno), sopra le attese che si attestavano a +0,3%, e del 2,4% a/a sopra il consenso che vedeva il CPI stabile al +2,3% di giugno; l’indice armonizzato è uscito allo 0,5% su mese (da 0%) e al 2,6% su anno (da 2,4%).
Secondo i dati provvisori dell’Istat, l’indice dei prezzi al consumo in Italia nel mese di luglio è salito, in linea con quanto previsto, dello 0,3% m/m e del 2,7% su anno mentre a giugno l’indice era cresciuto dello 0,1% su mese e del 2,7% a/a; il dato armonizzato è invece calato al 2,1% dal 3% precedente.
Il flash relativo all’Area Euro ha registrato un rialzo annuo del 2,5% contro
attese di un dato in linea con il precedente +2,7%. In Gran Bretagna il dato preliminare sul prodotto interno lordo è uscito a +0,2% q/q in linea con le attese ma sotto lo 0,5% del primo quarto. Su base annua il dato è di un +0,7% rispetto ad attese di +0,8% e sotto il +1,6% precedente.
Negli Stati Uniti il Pil nel secondo trimestre è cresciuto dell’1,3%, meno delle attese di un +1.8% ma più del dato del 1Q, rivisto oggi al +0,4% (da
+1,9% del dato preliminare). Sempre negli Usa le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione questa settimana sono scese a 398.000 unità, ben al di sotto del dato della scorsa settimana (422.000 rivisto oggi) e delle attese di 415.000 unità.
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