LONDRA (WSI) – L’Italia rischia di uscire dal G8, il gruppo che rappresenta i grandi otto del mondo con Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada.
Non solo: mentre il premier Matteo Renzi continua a gongolare quasi ogni giorno, ricordando i progressi compiuti dal suo governo, da Bruxelles i giudizi non sono certo positivi. Si parla, come riporta Federico Fubini per il Corriere della Sera, di una Italia “che ormai da un quindicennio sta perdendo contatto con i migliori standard produttivi dell’Occidente”.
Fubini cita Dino Pinelli, István P. Székely e Janos Varga.
“Nessuno dei tre è noto in Italia, ma le loro idee contano perché questi analisti sono al cuore del lavoro che la Commissione europea sta svolgendo sulla Legge di Stabilità e sul programma di riforme del governo di Matteo Renzi. Soprattutto il primo, Dino Pinelli: è il capo del «desk Italia» della direzione generale Affari economici di Bruxelles, l’ufficio da cui parte la valutazione sulla manovra in deficit del governo. Anche Székely e Varga si trovano in posizioni delicate, il primo direttore di ricerca e il secondo economista alla direzione generale di Bruxelles che sta passando al vaglio la Legge di stabilità dell’Italia. (…) Pinelli, Székely e Varga ricordano che è da metà degli anni ’90 che il reddito per abitante in Italia perde terreno rispetto alle altre economie europee. Un problema specifico spiega questo ritardo: in Italia la «produttività totale dei fattori» è in calo (in media dello 0,3% l’anno) dalla fine del secolo scorso. È un caso praticamente unico, mentre cresce quasi ovunque nel resto d’Europa e ancora di più negli Stati Uniti”.
Tornando al rischio di uscire dal G8, l’allarme è stato lanciato da uno studio condotto dal Center for Economics Business and Research, che fotografa la situazione dell’economia mondiale dei prossimi dieci anni.
L’immagine che esce fuori dell’Italia non è certo positiva. Se oggi il paese è nei grandi 8 del mondo, potrebbe scivolare al 13esimo posto entro il 2030. A pesare su questo giudizio negativo la crescita piatta dell’Italia che rallenta la crescita economica, addirittura la più lenta fra i paesi avanzati.
Inoltre l’Italia ha il secondo debito più alto della zona euro, al 132% del Pil, secondo solo alla Grecia. Non si trova certo in posizione migliore la Francia che rischia, sempre secondo lo studio del Center for Economic Business and Research inglese, di scendere dal quinto al nono posto delle economie globali. Si legge nello studio “la velocità delle riforme economiche è troppo lenta” e un’uscita di Francia e Italia dal G8 avrebbe implicazioni molto importanti.
E gli altri paesi? Oltre all’Italia e alla Francia non se la passeranno molto bene neanche gli Stati uniti che saranno superati dalla Cina, tanto che dopo il 2030 le cinque maggiori economie al mondo saranno oltre a Pechino e all’America, India, Brasile e Gran Bretagna. Ma a rischio per la Gran Bretagna è l’ipotesi Brexit, l’uscita dall’Unione europea che potrebbe realizzarsi in seguito al referendum che chiamerà alla urne gli inglesi l’anno prossimo.
“La Brexit avrebbe un impatto pesante e si tradurrebbe in una crescita più lenta. L’afflusso dei migranti, invece, aiuterà la Germania a mantenere la sua forza. I migranti faranno aumentare i profitti, rallenteranno la crescita dei salari e allevieranno la mancanza di talenti”.
Ma Renzi è sicuro del fatto suo, come dimostrano le dichiarazioni che sono state rilasciate oggi, in occasione della conferenza stampa di fine anno.
“Il rapporto debito/Pil il prossimo anno va giù, questo è il dato di fatto, dopo 10 anni. L’Italia è in surplus primario, spende molto meno, al netto degli interessi, di quanto incassa. Solo Germania e Finlandia hanno fatto come noi negli ultimi 20 anni”. Ora, “l’Italia ha bisogno di stimolare la fiducia nel proprio Paese e nei consumatori, su base interna. Se non riparte il mercato interno l’Italia non va. La legge di Stabilità è fatta per restituire fiducia: sono convinto che il prossimo anno ripartiranno le costruzioni con l’Imu e la Tasi, è un elemento psicologico. Questa legge di Stabilità vuole restituire fiducia, non è una legge di marchette e mancette, è una legge che dà fiducia agli italiani”.
Sulle condizioni dell’Unione europea, Renzi si è così espresso:
“Certo che sono preoccupato dalla situazione econimica in Ue, perchè non abbiamo scelto la strada giusta, quella della crescita e degli investimenti, non è vero che così il debito aumenta, noi lo stiamo abbassando ma in una linea che vorremmo più orientata alla crescita perchè di sola austerity il continente muore“. Di fatto, “l’Europa cresce meno perchè ha scelto la politica economica sbagliata. Dal 2008 le politiche di Obama hanno portato fuori gli Usa dalla recessione mentre le politiche europee no”.
Ancora sull’Europa:
“L’Europa può esplodere? Si, ma non sulle questioni economiche. (..) La mia opinione è che le elezioni in Francia siano andate in quel modo non sulla base degli attentati ma della situazione economica, infatti i sondaggi di fine ottobre sono come i risultati dicembre, la Le Pen era il primo partito anche prima degli attentati. C’è un legame tra la crescita del populismo e la mancanza di crescita e se l’Europa crolla è perchè perde l’idea di cosa è l’Europa, perde la sua identità, i suoi valori”.
E sul nodo pensioni:
“Noi non tocchiamo le pensioni degli italiani e se ci sarà da fare degli interventi sulle pensioni d’oro sarà fatto dopo un lungo dibattito, una lunga discussione contraddistinta da grande trasparenza. E sono grato al presidente dell’Inps Boeri perchè sta facendo un lavoro molto serio di trasparenza” sulle pensioni delle varie categorie.