In base a un recente studio di Moneyfarm, educare un figlio in Italia dal nido fino all’università comporta una spesa che può essere stimata tra i 53 mila euro fino addirittura a 700 mila euro.
Una famiglia italiana spende in media 130 mila euro – circa 6-7 mila euro l’anno – per educare un figlio dal nido all’università. Nel dettaglio Moneyfarm, società internazionale di investimento con approccio digitale, ha preso in considerazione le voci di costo più tradizionali ma anche quelle più al passo con l’avanzamento tecnologico della società e del mondo post-pandemico, le nuove abilità anche dette soft skill, ritenute sempre più cruciali per progredire professionalmente e sono ormai complementari alle più tradizionali competenze che si apprendono a scuola. Secondo gli esperti, anzi, attività extracurricolari come lo sport, per esempio, sarebbero addirittura più importanti delle hard skill.
Quanto costa educare un figlio
A partire da queste basi, Moneyfarm ha costruito 4 percorsi formativi-tipo per calcolare l’impegno economico richiesto dall’educazione dei figli alle famiglie italiane, inevitabilmente diverse per disponibilità economica, oltre che per obiettivi e scelte personali: Base (si spendono intorno ai 53 mila euro), STEM (60 mila euro), New Age (170 mila) ed Extra Posh (fino a 700 mila euro).
Ma a prescindere dal percorso scelto, educare un figlio dal nido all’università costa intorno ai 130 mila euro, circa 6-7 mila euro all’anno. Volendo analizzare per fasce di età e pur mettendo da parte le attività extracurricolari, i costi della mera educazione scolastica possono oscillare considerevolmente. Lo studio Moneyfarm individua un minimo e un massimo di spesa per l’intero ciclo scolastico (sempre tenendo conto delle inevitabili differenze dei percorsi):
- Asilo nido 0 – 3 anni: 150 euro – 40.000 euro
- Scuola materna 3 – 6 anni: 150 euro – 45.000 euro
- Elementari 6 – 11 anni: 900 euro – 90.000 euro
- Medie 11 – 14 anni: 1.200 euro – 60.000 euro
- Superiori 14 – 19 anni: 2.300 euro – 115.000 euro
- Università (non fuori sede) 19 – 24 anni: 16.000 euro – 60.000 euro
La fascia d’età in cui il costo di educare un figlio raggiunge il suo picco massimo è 14-19 anni, quando i figli frequentano la scuola superiore, considerando però un percorso interamente privato in istituti internazionali, che in genere hanno costi superiori a quelli di molti atenei.
L’importanza della pianificazione finanziaria
Educare un figlio solleva degli interrogativi importanti per i genitori, mettendoli davanti a scelte che ne determinano, almeno da un certo momento in poi, il futuro professionale. È un traguardo che dovrebbe essere programmato per tempo in modo da allocare gli investimenti giusti per contribuire al soddisfacimento delle sue aspirazioni e aiutarlo a prepararsi al mondo del lavoro nel migliore dei modi.
I costi di questo lungo percorso non sono affatto da trascurare e richiedono a ciascuna famiglia di fare dei calcoli con il debito anticipo. Il consulente finanziario è un esperto di pianificazione con il quale analizzare la propria situazione patrimoniale, quantificare il valore di risparmi accumulati e investimenti in essere, l’entità di entrate e uscite più o meno ricorrenti in un determinato arco temporale, per poi definire gli obiettivi e gli strumenti finanziari più adeguati per raggiungerli.
La società ha effettuato una simulazione pratica su un orizzonte temporale di 10 anni. Immaginiamo di impostare un piano di investimento con una soluzione bilanciata: partendo da una somma iniziale di 5.000 euro e associandovi un piano di accumulo di 100 euro al mese, si potrebbero ottenere dopo 10 anni circa 25.000 euro (ipotizzando un rendimento lordo annuo del 6,45%). A seconda delle esigenze, la pianificazione finanziaria permette dunque di individuare la soluzione più adeguata, in termini di strumenti finanziari e di livello di rischio, per raggiungere l’obiettivo prefissato. Davide Cominardi, investment consultant manager di Moneyfarm, ha concluso:
“In un mondo sempre più competitivo, dove alle generazioni più giovani sono richieste super competenze per una migliore realizzazione professionale, diventa centrale per le famiglie investire sull’educazione dei figli, associando all’apprendimento delle conoscenze più tradizionali le cosiddette soft skill, competenze socio-relazionali trasversali i cui costi, in molti casi, diventano proibitivi. Per far fronte a questa spesa, le famiglie possono ricorrere a una oculata e tempestiva pianificazione finanziaria, che nel lungo periodo può contribuire al raggiungimento dell’obiettivo che accomuna tutti i genitori, cioè garantire al proprio figlio una solida educazione, possibilmente senza eccessivo stress finanziario”.