Editoriali

Putin, gas e crisi alimentare: chi vincerà la guerra economica?

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La Finlandia dovrebbe rimanere senza gas russo, paesi del terzo mondo a rischio fame. Lanciato il REPowerEu. Mario Draghi invoca gli eurobond. Vladimir Putin intanto prepara un ulteriore mossa commerciale. Chi vincerà la guerra economica?

Emergenza alimentare

Non solo inflazione, ma la crisi mondiale in questo momento sottolineata dalla guerra in Ucraina assume dimensioni e conseguenze che nessuno avrebbe mai potuto neanche immaginare. La banca mondiale ha stanziato 12 miliardi per far fronte alla crisi alimentare che sta colpendo soprattutto i paesi più deboli.

Con questo stanziamento il totale messo a disposizione su questi temi dall’istituto raggiunge i 30 miliardi di dollari, ma nello stesso momento si accende un primo campanello d’allarme ancor più grande legato ai flussi di gas.

Finlandia: da venerdì Putin interromperà la fornitura di gas

Da venerdì prossimo la Finlandia potrebbe non ricevere più forniture dai gasdotti provenienti dalla Russia. La Gasum, la principale azienda finandese del settore ha dichiarato al quotidiano Helsingin Sanomat che l’afflusso del gas dalla Russia alla Finlandia potrebbe essere interrotto a partire da venerdì.

Questo tra l’altro, scrivono sul sito del quotidiano finlandese, potrebbe portare conseguenze fortemente negative anche sui prezzi dei generi alimentari di base visto che la stragrande maggioranza dei forni utilizzati nel paese scandinavo sono tutti alimentati a gas naturale.
La Finlandia, secondo Gasum, sarà in grado di andare avanti per qualche mese nella stagione estiva ma l’inverno potrebbe diventare un’incognita enorme da gestire.

L’Europa lancia il progetto REPowerEu

Proprio sul gas poche ore fa, la presidentessa della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha annunciato la nasciata del REPowerEu è un piano dalle enormi dimensioni, mobilitati quasi 300 miliardi, di cui 72 di sovvenzioni e 225 di prestiti. Insomma, se la Russia attacca chiudendo i rubinetti del gas, l’Europa prova a rispondere a colpi di miliardi di nuove attività indirizzate allo sviluppo di alternative al gas russo e che portino all’indipendenza energetica nei confronti di Putin.

L’idea di Draghi

Sulla scia della Von Der Leyen, Draghi ha rincarato la dose chiedendo all’Europa nuovi strumenti finanziari per contenere l’impatto dei costi dell’energia ed investire nella transizione energetica e nella ricostruzione dell’Ucraina. Per il Presidente del Consiglio i bilanci nazionali di ogni singolo paese non sono in grado di sostenere da soli sfide strategiche così importanti, enormi. E’ un ulteriore passaggio verso gli eurobond? Ci chiediamo.

Putin: arriva l’ennesimo colpo di scena

Mentre tante aziende del gas, quelle italiane comprese, continuano ad aprire conti correnti con la Gazprombank quindi in qualche modo, sostengono la quotazione del rublo, Putin lancia una nuova sfida. La Duma, il parlamento russo, sarebbe pronto, se non l’ha già fatto, a votare l’uscita della Russia dall’Organizzazione mondiale della sanità Oms e dall’Organizzazione mondiale del commercio Wto. Quale sorpresa, dopo il colpo di mano di pagamenti in rubli, gli strateghi russi stanno immaginando di adottare?

Beh, vedremo nei prossimi giorni, sta di fatto che prima di deridere le idee finanziarie dello staff di Putin, così come era accaduto in occasione delle richieste di pagamento di forniture di petrolio in rubli, sarà meglio aspettare qualche giorno e aspettare di comprendere quale strategia ci sia davvero dietro.