Economia

Draghi tira fuori l’asso degli eurobond

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Mentre i debiti pubblici dei paesi del Vecchio Continente continuano a crescere per far fronte all’emergenza coronavirus, il premier italiano Mario Draghi torna su un argomenti caro agli europeisti, ovvero la necessità di lanciare un eurobond.

Lo ha fatto ieri nel corso del Consiglio europeo, in cui ha spiegato:

“Lo so che la strada è lunga, ma dobbiamo cominciare a incamminarci. È un obbiettivo di lungo periodo, ma è importante avere un impegno politico”, ha detto il premier, enfatizzando l’importanza di creare un titolo di debito comune europeo.
Draghi ha poi sottolineato priorità assoluta di non commettere errori durante la ripresa economica: “Dobbiamo disegnare una cornice per la politica fiscale che sia in grado di portarci fuori dalla crisi”.

Il presidente del consiglio ha poi citato l’esempio degli Stati Uniti, invitando gli Stati membri a prendere esempio dagli Stati Uniti, dove “un ’unione dei mercati dei capitali, un’unione bancaria” sono la chiave del ruolo internazionale del dollaro.

Draghi: ” cittadini europei ingannati da alcune case farmaceutiche”

Nel suo intervento al Vertice Ue, Draghi ha poi sostenuto la necessità di non restare inermi di fronte agli impegni non onorati da alcune case farmaceutiche.

“I cittadini europei hanno la sensazione di essere stati ingannati da alcune case farmaceutiche’, ha spiegato, secondo quanto riportano fonti Ue.

Draghi ha ripercorso i punti salienti della vicenda dei vaccini AstraZeneca ritrovati nello stabilimento di Anagni e ha chiesto al presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen,  se ritiene giusto che le dosi di vaccini localizzate in Belgio e in Olanda restino destinate all’Unione europea, in tutto o in parte.

Al riguardo nell’intervento di replica la presidente della Commissione ha rassicurato che le dosi prodotte in UE saranno destinate alla Ue.

A meno di una settimana dalla fine di marzo latitano ancora 12 milioni, ovvero quanto manca a completare la fornitura di 100 milioni di sieri, secondo la presentazione della presidente della Von der Leyen, ora pronta a giocare anche la carta delle vie legali.

Verso certificato verde digitale

Infine, Draghi ha pienamente condiviso la proposta della Commissione europea di introdurre un certificato verde digitale, invitando anche ad approfondire alcuni possibili ostacoli all’esecuzione del progetto

“Gli Stati Membri avranno bisogno di tutto l’aiuto che la Commissione può dare, perché avere piattaforme nazionali e renderle interoperabili non è un risultato banale’.

Draghi ha infine invitato i leader a riflettere su come affrontare i possibili rischi di discriminazione tra persone causati dall’introduzione del certificato.