Economia

Proteste latte: fumata nera su accordo, “72 centesimi insufficienti”

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Mentre il Governo e la Regione Sardegna lavorano per trovare un accordo sul prezzo del latte ovino, in Sardegna le proteste dei pastori non si fermano. Il prezzo indicativo iniziale di 72 centesimi a litro, per quanto giudicato un passo avanti rispetto ai 60 centesimi offerti ai pastori prima della mobilitazione del ‘latte versato’,  è contestato da Coldiretti, Copagri e dal Movimento Pastori Sardi, che chiedono almeno un euro.

Il tema è finito al centro della campagna elettorale per le regionali in programma domenica prossima nell’isola. Il leader della Lega Matteo Salvini, durante il suo tour elettorale in Sardegna, ha incontrato una delegazione di pastori nella prefettura di Sassari, in vista di una riunione con una rappresentanza di industriali caseari.

“Stiamo lavorando giorno e notte, le posizioni di pastori e industriali sono più vicine rispetto a qualche giorno fa – ha assicurato il vicepremier – e continueremo a lavorare fino a trovare una soluzione”.

Rassicurazioni arrivano anche dalla Regione, che ha convocato un tavolo tecnico con le banche, per concordare misure finanziarie a sostegno della filiera lattiero-casearia.

“Stiamo lavorando per portare il prezzo del latte oltre l’euro”, ha fatto sapere nei giorni scorsi la Regione. Questo perché “72 centesimi al litro non è il prezzo definitivo ma un acconto minimo, un nuovo punto di partenza della trattativa, un prezzo che sarà riconosciuto non solo a marzo e aprile, ma anche per tutto febbraio. Nei prossimi tre mesi saranno messe in atto tutte le operazioni, che stiamo già definendo nei dettagli, necessarie a far aumentare il prezzo oltre l’euro”.

La Giunta regionale uscente intende innanzi tutto ritirare dal mercato le forme di pecorino romano invendute per un totale di 10 milioni di euro: fra i 15 mila e i 20 mila quintali di formaggio saranno messi a stagionare.