Società

Prodi: “faccio il vinavil”, il collante della sinistra

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Non sarà candidato alla presidenza del Consiglio, non sarà neanche mediatore delle diverse anime del centrosinistra, sarà un collante. Romano Prodi interviene a “In mezz’ora” e torna a parlare dello scopo dei suoi incontri con Matteo Renzi, Enrico Letta e Giuliano Pisapia. Prodi crede che ricostruire il centrosinistra sia un obbligo morale, oltre che un obiettivo politico e che “il rinvio delle elezioni al prossimo anno dà tempo e ci permette questa ricostruzione.”.

Per la ricostruzione, secondo il Professore, è necessario l’inizio di un dialogo, anche riservato, fra Renzi, Letta e Pisapia. Perché i tre mettano da parte le rotture personali, e riscoprano le idee che hanno in comune, il dialogo che deve basarsi sui contenuti e non su una guerra di tweet, come chiarisce Prodi più volte:

Un programma comune è l’unico strumento per ricucire le spaccature. Dobbiamo fare un programma comune perché la gente non sa dove si stia andando. Non posso entrare nelle liti personali, verrà dopo questo problema

Qualcuno scherzava sul programma dell’Ulivo che era di 180 pagine, faceva forse ridere. Ma non possiamo poi sostituire le 180 pagine con dei tweet che alla fine mostrano solo le contrapposizioni e non parlano mai di contenuti

Quello che mi fa rabbia è che quando parlo con ciascuno, ci sono molte più cose in comune che differenze

Alla domanda “pensa che ci sarà la riapertura del dialogo fra Renzi e Letta?” risponde: “me lo auguro di cuore, altrimenti non si ricostruisce il Paese”. Poi, sulla legge elettorale:

Andrebbe meglio un maggioritario, ma se è utopia si proceda con questa. Poi verrà cambiata

Le parole di Prodi arrivano proprio mentre si consuma a sinistra una nuova divisione. Al teatro Brancaccio di Roma, è stata lanciata ieri l’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza. L’assemblea è stata convocata dai Comitati del no al referendum istituzionale, area sostenuta da sinistra italiana, ed è stata condotta da Anna Falcone e Tomaso Montanari. In questa sede è stata chiara la polemica contro il Campo Progressista di Pisapia e l’Mdp di Pier Luigi Bersani, colpevoli di poter immaginare un dialogo con il Pd.