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Prestiti garantiti, allarme Fabi: “con stop sostegni, emergenza liquidità per oltre un milione di famiglie e imprese”

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Ammontano a 311 miliardi gli aiuti pubblici ai prestiti bancari garantiti per fronteggiare la pandemia. E’ quanto emerge dalla “Mappa degli aiuti di Stato sui prestiti bancari” realizzata dalla Fabi, Federazione Autonoma Bancari Italiani, che in un’analisi odierna spiega come a due anni dall’inizio dell’emergenza sanitaria, il bilancio dei prestiti garantiti mostra “cifre da capogiro”. Da qui l’allarme: “Alcune misure di sostegno introdotte dal governo non sono più in vigore e altre scadranno tra pochi mesi col risultato che oltre 1,2 milioni di soggetti, tra cittadini e aziende, potrebbe trovarsi in enorme difficoltà: lo scenario è quello di una emergenza di liquidità a livello nazionale che potrebbe portare a dissesti finanziari e fallimenti. Per questo è urgente prorogare tutti gli aiuti pubblici per imprese e famiglie, sia riattivando le moratorie sui vecchi prestiti sia estendendo le garanzie sui nuovi finanziamenti oltre il termine attuale del 30 giugno prossimo”.

Dei 311 miliardi di euro stanziati, circa 60 miliardi di moratorie sono ancora attive, a fronte di 500.000 sospensioni accordate, tre milioni di richieste di finanziamenti presentate, più di 220 miliardi di prestiti garantiti da Mediocredito Centrale e 31 miliardi quelli erogati attraverso Sace.

Nel panorama europeo, l’Italia – insieme alla Spagna – non solo si distingue per la percentuale di ricorso ai finanziamenti assistiti da garanzia pubblica (circa il 5% dei in essere del sistema bancario), ma vanta anche il primato del grado di copertura più elevato con un 85% medio rispetto alla Spagna e Germania (80%) e Francia (55%).

Secondo Fabi, il vero stress test è infatti ancora atteso nel corso del 2022, quando le imprese italiane dovranno fare i conti con la fine delle moratorie, le restrizioni sui finanziamenti riduzione al 60% le garanzie del Fondo centrale di garanzia sui finanziamenti per liquidità per operazioni di importo superiore a 30.000 e dal 90% al 80% su quelle di importo entro i 30.000) e l’introduzione di una tassa occulta sotto forma di commissione che non serviranno certamente a incoraggiare la qualità economico-finanziaria del sistema imprese e che non aiuteranno a governare la fase, appena avviata, di eliminazione graduale .

“Lo Stato e il settore bancario, anche grazie agli sforzi e al lavoro quotidiano delle lavoratrici e dei lavoratori delle stesse banche, hanno svolto un ruolo essenziale, durante la pandemia, per sostenere l’economia italiana: le agenzie bancarie sono rimaste sempre aperte e il personale ha costantemente supportato tutta la clientela. Alcune misure di sostegno introdotte dai governo non sono più in vigore e altre scadranno tra pochi mesi: perciò è urgente prorogare tutti gli aiuti pubblici per imprese e famiglie, sia riattivando le moratorie sui vecchi prestiti sia estendendo le garanzie sui nuovi finanziamenti oltre il termine attuale del 30 giugno prossimo. Condivido in pieno, pertanto, l’appello rivolto al governo italiano dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. Oltre un milione di imprese e famiglie potrebbero trovarsi in grandissima difficoltà. La pandemia durerà ancora a lungo e l’economia subirà danni per molto tempo” commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.

Geografia dei prestiti garantiti

Analizzando la geografia complessiva delle concessioni, l’analisi di Fabi  mostra però un quadro ancora una volta a due velocità perché più del 50% delle operazioni complessive sono state presentate nelle regioni con il maggior numero di imprese e lavoratori del territorio nazionale e che, probabilmente, sono anche state colpite in maggior misura dalla crisi.

La mappatura dei 250 miliardi di aiuti racconta che la maggior fetta è andata alle regioni del Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna), seguite da quelle del Centro quali Lazio, Toscana, Abruzzo, Umbria e Marche.

Il tessuto delle piccole e medie imprese italiane, che è concentrato nel Sud Italia, sebbene abbia invece ricevuto solo il 18,7% dei finanziamenti complessivi, è quello che vanta il primato – dopo le prime cinque del Nord – per gli importi fino a 30.000 euro. Resta invece ancora penalizzato nella categoria di prestiti di importo superiore a 30mila, dove il Mezzogiorno raccoglie solo il 17,6% delle risorse di aiuti complessivi, a fronte del 52,3% dell’area settentrionale d’Italia e del 24,2% del distretto del Centro Nord.

Se i finanziamenti sono stati destinati a tutte le attività economiche sul territorio italiano, la classe dimensionale più rappresentativa è stata quella dei prestiti di importo superiore ai 30.000 euro che ha attratto quasi il 90% delle risorse complessivamente utilizzate. La quota residuale del 10% è andata invece a favore di operazioni di importo inferiore a 30.000 euro.

Con 2.578.052 domande presentate, per un importo globale di circa 221 miliardi, il dettaglio degli aiuti sotto forma di prestiti garanzia si presenta così distribuito:

  • 1.179.579 le richieste di finanziamento fino a 30.000 euro per un totale di 22,9 miliardi (importo medio di 19.476 euro);
  • 1.398.473 le richieste di finanziamento superiori a 30.000 euro per un totale di 197,5 miliardi (importo medio di 141.258 euro).