Mercati

Banca Popolare di Bari: il piano del Governo per il salvataggio

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Nella nottata di domenica, dopo un’ora e mezza di riunione, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che contiene, tra le altre cose, un articolato piano per la ricapitalizzazione della Banca Popolare di Bari finita venerdì scorso in amministrazione controllata, dopo la decisione presa dalla Banca d’Italia di sciogliere gli organi sociali e di nominare Enrico Ajello e Antonio Blandini commissari straordinari.

Nel dettaglio il decreto di Palazzo Chigi introduce misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento.

In questa direzione il decreto prevede il potenziamento delle capacità patrimoniali e finanziarie della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale attraverso Invitalia (il fondo del ministero dell’Economia destinato alla partecipazione al capitale di banche e fondi internazionali) fino a un massimo di 900 milioni di euro, per consentire a MCC di operare quale banca di investimento con lo scopo di promuovere “secondo logiche di mercato, lo sviluppo di attività finanziarie e di investimento, anche a sostegno delle imprese nel Mezzogiorno, da realizzarsi anche attraverso il ricorso all’acquisizione di partecipazioni al capitale di società bancarie e finanziarie, e nella prospettiva di ulteriori possibili operazioni di razionalizzazione di tali partecipazioni”.

In un momento immediatamente successivo MCC, insieme al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e ad eventuali altri investitori parteciperanno al riequilibrio patrimoniale dell’istituto pugliese, confermando così la determinazione del Governo nel tutelare i risparmiatori, le famiglie e le imprese.

Secondo quanto precisato dalla nota di Palazzo Chigi gli amministratori straordinari della Banca Popolare di Bari hanno già avviato le negoziazioni con il Mediocredito Centrale e Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per la stipula di un “Accordo Quadro” contenente le linee strategiche del piano industriale per il rilancio dell’istituto pugliese.