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Nuovo capitolo del crac della compagnia assicurativa tedesca Fwu Life Insurance. L’Ivass ha comunicato oggi che il Tribunale Distrettuale del Lussemburgo ha disposto lo scioglimento e la liquidazione della compagnia e nominato liquidatore Maitre Baden.
Sarebbero oltre 100 mila gli italiani coinvolti, per un controvalore complessivo delle polizze vita interessate di circa 300 milioni di euro. E la pessima notizia è che la procedura di liquidazione dovrebbe durare diversi anni, secondo quanto emerso dalle interlocuzioni con l’Autorità di vigilanza lussemburghese.
Crac Fwu Life: liquidazione in tempi lunghi
La compagnia tedesca Fwu Life Insurance, che opera in Italia attraverso le controllate Fwu Life Insurance Lux e Fwu Life Insurance Austria, aveva sospeso i pagamenti delle polizze per un periodo di sei mesi a partire dal 2 agosto 2024. Questo provvedimento è stato necessario a causa delle gravi difficoltà finanziarie che ha affrontato la compagnia, culminate nella dichiarazione di insolvenza, lo scorso dicembre, da parte del tribunale di Monaco di Baviera di Fwu Ag, la società madre dell’impresa di assicurazione Fwu Life Insurance.
L’Ivass ha reso noto di aver incontrato stamane le associazioni dei consumatori aderenti al CNCU, il Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti, per fornire loro informazioni aggiornate sullo stato della procedura e sui prossimi passi che gli assicurati saranno chiamati a fare per far valere le loro pretese nella procedura di liquidazione.
Nei giorni scorsi la capogruppo tedesca FWU AG ha bloccato i sistemi IT della FWU Life Insurance Lux S.A. e di tutte le sue succursali, compresa quella italiana. Gli assicurati pertanto non hanno la possibilità di mettersi in contatto con la compagnia.
Cosa possono fare i risparmiatori
Come riporta Il Sole 24 Ore, “entro sei mesi il liquidatore dovrebbe inviare ai creditori (e quindi agli assicurati) di cui ha notizia, una comunicazione con il quantum del credito che risulta dai conti”.
Una volta ricevuta questa comunicazione occorre verificare che il credito comunicato dal Commissario coincida con quello vantato dal risparmiatore. “Gli assicurati – riporta il quotidiano – devono fare attenzione ad inviare dati di contatto nuovi se sono cambiati rispetto a quelli indicati in polizza e devono tener presente che la Pec in Lussemburgo non esiste, pertanto non è possibile dare il riferimento di una e-mail Pec, che peraltro spesso non è mezzo abilitato a ricevere comunicazioni da e-mail ordinarie”.
La procedura di accertamento del passivo, secondo quanto trapelato dall’Ivass, potrebbe durare tre anni e solo dopo si procederà alla liquidazione degli attivi. La somma che si potrà chiedere è pari al valore attuale della polizza
La reazione delle associazioni dei consumatori
“Una pessima notizia! I consumatori come al solito sono quelli che ci rimettono, abbandonati dalle istituzioni e dalle autorità di vigilanza, a cominciare da quelle del Lussemburgo, che non sono state in grado di prevenire l’ennesimo crack e non hanno bloccato in tempo utile la sottoscrizione di nuovi contratti. Insomma, come al solito si chiude la stalla dopo che i buoi sono scappati. Solo dal 3 luglio 2024, infatti, Fwu Life Insurance Lux S.A. ha deliberato di non sottoscrivere più nuovi contratti in Italia, decisamente troppo tardi, e solo dal 2 agosto è stato nominato un commissario” afferma l’avv. Ivana Russo dell’Unc di Cassino, presente alla riunione di oggi con l’Ivass, che insieme all’avv. Antonio Calvani, delegato dell’Unc della Puglia, sta assistendo i risparmiatori in questa vicenda.
“Siamo pronti a provare ad aiutare i cittadini italiani coinvolti a sostenere le loro ragioni, valutando anche se i prodotti venduti dagli intermediari italiani erano consoni al profilo di rischio dei consumatori, visto che la maggior parte delle polizze vendute erano polizze unit linked, con il valore della polizza legato all’andamento dei mercati finanziari. Una struttura del prodotto, insomma, complessa e difficile da comprendere per i non addetti ai lavori, essendo complicato stimare correttamente il rischio. Per questo stiamo considerando sia possibili azioni risarcitorie da intraprendere nei confronti degli intermediari italiani che hanno collocato le polizze, sia l’ammissione allo stato passivo nella procedura concorsuale aperta in Lussemburgo, nella quale i sottoscrittori delle polizze potranno agire da creditori privilegiati”.
Il consiglio dell’associazione è “recuperare i contratti e i questionari di profilatura e diamo la nostra disponibilità per aiutarli a recuperarla” prosegue Ivana Russo.
Il caso FWU mette in luce gravi lacune nella vigilanza strutturale, sia a livello europeo che nazionale, denuncia Assoutenti.
“Sebbene la compagnia sia soggetta al controllo dell’istituto di vigilanza lussemburghese e non di quello italiano, la supervisione si è rivelata inefficace. Inoltre, resta da chiarire il ruolo degli intermediari italiani vigilati, che hanno commercializzato queste polizze senza garantire una trasparenza adeguata sui rischi”. “Le informazioni fornite agli assicurati sulla possibilità di ottenere indennizzi sono lente e complesse, dipendendo dalle decisioni del Tribunale lussemburghese e del commissario liquidatore. Questo aumenta l’incertezza per i risparmiatori, esponendoli a un’attesa potenzialmente lunga e difficoltosa”.
“La responsabilità politica non può ricadere esclusivamente sulle autorità lussemburghesi,” dichiara Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti. “Serviva un controllo più attento sugli intermediari italiani che hanno commercializzato questi prodotti, spesso senza fornire adeguate informazioni sui rischi. Inoltre, è necessaria una maggiore coesione nel sistema di vigilanza europeo per rafforzare la tutela dei consumatori, anche tramite interventi normativi mirati.”
Anche il Codacons affila le armi legali ed è pronto a scendere in campo a tutela dei 110mila cittadini coinvolti nel fallimento della compagnia assicurativa.
“Ancora una volta migliaia di risparmiatori vengono coinvolti in un crac legato al comparto delle polizze vita, settore che solo in Italia vale ben 100 miliardi di euro – afferma il presidente Gianluca Di Ascenzo – Occorre ora accendere un focus su quegli intermediari che hanno piazzato al pubblico italiano le polizze della compagnia Fwu. Si tratta a tutti gli effetti di prodotti finanziari spesso piazzati ai risparmiatori con eccessiva disinvoltura, e i cui rischi per i sottoscrittori non vengono adeguatamente illustrati, non consentendo così scelte consapevoli”.