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Consulenza, pianificare per la terza età in un mondo che ha sempre più centenari

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Consulenza, pianificare per la terza età in un mondo che ha sempre più centenari

Anche se rientra a pieno titolo fra gli argomenti poco piacevoli da affrontare, l’invecchiamento è destinato a incidere sull’equilibrio finanziario dell’individuo.
Più a lungo si vive, tanto più il rischio di non riuscire mantenere il proprio tenore di vita si fa importante. I consulenti finanziari, pertanto, non possono che tenere in generale considerazione l’allungamento della vita media quando si tratta di pianificare l’estensione del benessere economico per tutto il periodo successivo al pensionamento.

Pianificare per la terza età in un mondo che ha sempre più centenari

Se nel 2015 si contavano nel mondo 450mila ultracentenari, nel 2050 la cifra è destinata crescere a 3,6 milioni. Non va poi dimenticato che l’Italia è, dopo il Giappone, il Paese con la popolazione più longeva del pianeta. Secondo lo Schwab Center for Financial Research, una donna 65enne di oggi ha il 50% di chance di arrivare agli 85 anni e il 25% di superare i 90.

Secondo il consulente certificato Carolyn McClanahan, direttore del Life Planning Partners, sono ancora troppi i consulenti che non pensano a quanti anni i propri clienti potrebbero ancora vivere: “Se si ha a che fare con un cliente che vive una vita molto sana”, ha dichiarato a Cnbc, “e specialmente se la longevità è di famiglia, si dovrebbe pianificare per l’età di 100 anni”. Naturalmente il discorso può essere invertito nel caso in cui il cliente dimostri di avere poca cura del proprio fisico o presenti già malattie che ne ostacolano la longevità come il diabete.

A sottovalutare l’importanza della longevità nella pianificazione, però, è spesso lo stesso cliente.
“Abbiamo avuto alcuni clienti che ci hanno detto: ‘Ho 80 anni, per quanto tempo vivrò?’ E pensavano che sarebbero stati fortunati ad avere altri cinque anni a disposizione”, ha raccontato all’emittente americana Amy Irvine, financial planner certificata presso il Rooted Planning Group, “ma noi riteniamo che se si è davvero sani, un ottantenne possa facilmente vivere altri 20 anni”.

Intervenire per tempo

Fra i problemi che possono insorgere con una particolare longevità c’è anche il rischio del declino cognitivo: per tale ragione, per quanto possa essere spiacevole, la pianificazione degli ultimi anni di vita dovrebbe essere fatta quando ancora si è nel pieno delle facoltà. “C’è una linea oltrepassata la quale non puoi più avere quelle conversazioni”, ha dichiarato Irvine.

Infine, con l’avanzare dell’età le spese dell’individuo cambieranno composizione: alle minori uscite legate al tempo libero e ai divertimenti potranno accumularsi, infatti, crescenti spese sanitarie. E queste ultime, che possono essere anche molto onerose, andrebbero incorporate a tempo debito nella pianificazione finanziaria.