NEW YORK (WSI) – Voci insistenti parlano di un aumento del petrolio a 80 dollari al barile nel 2018. Quest’anno infatti la domanda crescente e i tagli alla produzione OPEC hanno fatto aumentare il numero di richieste di petrolio.
Secondo l’Energy Information Administration (Eia) la produzione Usa aumenterà di ben 970mila bg quest’anno fino a una media di 10,27 mbg. Così le ultime previsioni danno un rialzo del petrolio, dopo un brillante inizio danno, che sfonda il muruo dei 80 dollari al barile, come scrive il Wall Street Journal.
Secondo l’analista Byron Wien di Blackstone, il prezzo del WTI andrà a toccare gli $80 sarà una delle dieci sorprese in serbo per i mercati per il 2018.
“La domanda aumenterà più rapidamente dell’ offerta, dato che le persone sottovalutano l’ espansione della classe media nei paesi in via di sviluppo e la conseguente domanda”.
Nel frattempo, Citigroup ha anche pubblicato una nota questa settimana dicendo che “la giusta combinazione di crisi geopolitiche potrebbe spingere i prezzi del greggio tra i 70 e gli $80 dollari (…) con forniture già così piccole, qualsiasi interruzione imprevista potrebbe causare un’ impennata dei prezzi”.
Stando al rapporto diffuso dall’agenzia Bloomberg, le tensioni in Iran, Iraq, Libia, Nigeria e Venezuela potrebbero far salire il calo delle forniture a oltre tre milioni di barili al giorno. A preoccupare soprattutto eventuali nuove sanzioni all’Iran che potrebbero essere decise dal presidente Donald Trump e che farebbero venir meno 500mila barili al giorno con un aumento dei prezzi valutato in circa 5 dollari.
Il petrolio è stato uno dei guadagni più importanti finora nel settore delle materie prime con un aumento del 5,08% del WTI e del 3,26% del Brent a inizio anno. Attualmente, il greggio WTI è scambiato a 63,48 dollari, mentre il Brent a 69,04 dollari.