Economia

Petrolio: non si fema rally, verso $100 al barile

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Prosegue la tendenza al rialzo le quotazioni del petrolio, che rischiano di salire più in alto, nonostante gli Stati Uniti, congiuntamente ad altri paesi (Cina, India, Corea del Sud, Giappone e Gran Bretagna), abbiano deciso di attingere alla riserve strategiche per allentare la tensione sui prezzi annunciando un rilascio che complessivamente per i sei Paesi coinvolti dovrebbe ammontare tra i 65-70 milioni di barili al giorno. Questa mattina il Wti di riferimento guadagna lo 0,42% e sale a 78,85 dollari al barile; stressa intonazione per il Brent che sale dello 0,40% a 82,64 dollari.

Petrolio: non si fema rally, verso $100 al barile

La mossa non sembra quindi portare gli effetti sperati: a spiegare l’andamento dei corsi del barile, secondo gli operatori, è in primo luogo il fatto che gran parte della quota prelevata dalla riserve lo sarà sotto forma di prestito, vale a dire che dovrà essere restituita in seguito. L’utilizzo netto delle riserve è quindi inferiore a quanto stimato dagli osservatori.

In secondo luogo, secondo gli esperti il tentativo dei paesi consumatori di abbassare la bolletta energetica potrebbe tradursi in un’immediata contromossa da parte dei paesi produttori dell’Opec+, che la prossima settimana potrebbero decidere di sospendere il previsto incremento dell’output di 400mila barili al giorno. Ipotesi confermata ieri da alcuni delegati dei produttori (la prossima riunione è in programma il 2 dicembre).

“La mossa non funziona semplicemente perché le riserve strategiche di petrolio non sono in grado di modificare il prezzo” ha detto Stephen Schork, analista di Schork Report alla CNBC, spiegando che il loro ruolo è solo quello di compensare interruzioni impreviste delle forniture a breve termine. “C’è una notevole quantità di scommesse in base alle quali vedremo $ 100 al barile di petrolio”, ha detto Schork, aggiungendo che potrebbe accadere già nel primo trimestre del prossimo anno, specialmente in presenza di temperature rigide nell’emisfero settentrionale.

I prezzi del petrolio sono aumentati di oltre il 50% quest’anno, con una domanda che ha superato l’offerta per via di una serie di fattori, tra cui la fine dei lockdown imposti lo scorso anno a causa della pandemia e la ripresa dei viaggi internazionali per citare i più importanti. Bisognerà, a questo punto anche capire l’andamento della pandemia nelle prossime settimane. E se una ripresa globale dei contagi possa in qualche modo modificare nuovamente l’outlook economico.