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Petrolio: dove andranno i prezzi dopo la decisione (inattesa) dell’Opec+

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A sorpresa, l’Opec+ ha confermato la volontà di proseguire nel programma di incremento moderato della produzione giornaliera di petrolio. Ma in modo del tutto inusuale ha lasciato la porta aperta a eventuali modifiche da attuare in qualsiasi momento, alla luce della forte incertezza  causata dalla variante Omicron. Il gruppo, formato dai tredici paesi Opec e 10 loro alleati, ha stabilito di ‘rivedere al rialzo la produzione mensile globale di 400mila barili al giorno a gennaio’, come fa ormai ogni mese da maggio 2021.

La significativa correzione dei prezzi del greggio nel corso del mese di novembre e le nuove incertezze su restrizioni e crescita economica indotte dalla variante Omicron avevano portato gli operatori a credere che i grandi esportatori optassero per una sospensione del programma di incremento dell’output. Cosa che si è verificata.

Una decisone inattesa, dunque, che ha inizialmente causato alta volatilità per le quotazioni del petrolio, con il Brent ieri crollato temporaneamente fin sotto i 66$/b per poi rimbalzare oltre 70$ una volta metabolizzato il comunicato. Questa mattina il WTI con consegna a gennaio viene scambiato a 67,68 dollari al barile (+1,77%). In rialzo anche il Brent che a Londra guadagna l’1,68% a 70,84 dollari al barile.

Come indicato in una nota, i Paesi dell’Opec+ hanno ‘concordato di lasciare aperta la sessione in attesa di ulteriori sviluppi della pandemia e che continuera’ a monitorare da vicino il mercato e ad apportare modifiche immediate se necessario’. E’ stato inoltre esteso ‘il periodo di compensazione fino alla fine di giugno 2022 come richiesto da alcuni Paesi’, in particolare da quelli con ‘i risultati piu’ scarsi i quali avranno tempo per presentare i propri piani entro il 17 dicembre’.

La prossima riunione ministeriale nella sua formulazione allargata, che comprende anche i Paesi esterni al cartello Opec come la Russia, è in calendario il 4 gennaio 2022.

Petrolio: il futuro dei prezzi

Dove andranno i prezzi del petrolio, alla luce della decisione di ieri?  Jeffrey Halley, analista di mercato senior, Asia Pacifico, OANDA, ha spiegato:

“L’OPEC+ ha lasciato un’enorme pillola di veleno nel comunicato, mantenendo il diritto di convocare una riunione immediata e di cambiare idea se l’Omicron dovesse mandare a picco i prezzi del petrolio. A meno che non si verifichi una grande escalation di Omicron, i minimi di questa settimana per Brent e WTI rappresentano probabilmente i minimi per il medio termine. Gli indici di forza relativa (RSI) sono ancora in ipervenduto, il che significa che entrambi i contratti rimangono vulnerabili ad un ulteriore short-squeeze”.

Halley ha poi aggiunto:

“I minimi notturni del Brent a 65,80 dollari e del WTI a 62,50 dollari al barile costituiscono un supporto a breve e medio termine. Detto questo, le preoccupazioni sui virus continuano a persistere, il che significa che il Brent lotterà per riconquistare i 75,00 dollari al barile e il WTI i 70,00 dollari al barile nel prossimo termine”.