Si prospetta un dicembre di fuoco per quanto riguarda l’agenda politica italiana impegnata a trattare con i sindacati per la riforma previdenziale. Il governo guidato da Paolo Gentiloni ha messo sul tavolo dei negoziati una proposta di legge che prevede l’allargamento dei requisiti di accesso all’Ape social per le lavoratrici con figli e inserimento dei siderurgici nel novero delle 15 categorie di lavoratori gravosi esentati dall’aumento dell’età pensionabile dal 2019.
“Come governo la nostra intenzione è che i contenuti di questo dialogo diventino parte della legge di bilancio e quindi proporremo degli emendamenti alla legge nell’ottica del dialogo e confronto con il Parlamento“.
Così il ministro del lavoro Giuliano Poletti presentando la proposta del governo, proposta che ha incassato il sì a meta dei sindacati.
“Riteniamo che la sintesi del lavoro svolto da tanti mesi sia assolutamente positiva, diamo un giudizio positivo del percorso e del lavoro fatto”.
Così il segretario della Cisl Annamaria Furlan a cui fa eco Carmelo Barbagallo della Uil.
“Se partiamo dalla valutazione che le risorse sono scarse, abbiamo fatto il massimo possibile con le condizioni economiche date”.
L’unica voce fuori dal coro quella di Susanna Camusso che ha giudicato la proposta del governo insufficiente e ha indetto una prima mobilitazione del sindacato per il 2 dicembre.
“Il confronto si è mosso dentro un sentiero stretto di risorse. Questa è la prima critica che vogliamo ribadire. La scarsità di risorse è figlia ed effetto di scelte che vengono fatte (…) Una legge di bilancio che non interviene sui nodi del Paese perde la sua occasione (…) nella manovra ci sono molte partite aperte, a cominciare dal rinnovo dei contratti pubblici. Il nostro giudizio sul testo proposto dal governo sulla previdenza è di grande insufficienza (…) La vertenza previdenziale è aperta”.