Economia

Pensioni: apertura dal governo, ma sindacati dicono no

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA (WSI) – Il fronte è caldo sul tema pensioni e il governo al tavolo di confronto con i sindacati ha presentato la sua proposta.

Si tratterebbe in sostanza di introdurre un nuovo meccanismo di calcolo dell’aspettativa di vita, a cui agganciare l’età di pensione, a partire dal 2021, che consideri la media biennale (e non più triennale) , confrontata con il biennio precedente, da cui ricavare lo scostamento. In pratica, come scrive Il Sole 24 Ore, dal 2021 l’aspettativa di vita verrebbe calcolata considerando la media del biennio 2018-2019 e l’eventuale aumento sarebbe portato sul biennio 2021-2022.

“Nel caso invece di ‘risultato’ negativo, questo sarebbe ‘scalato’ nella verifica per il biennio successivo (2023-2024). Dunque, anche in caso di riduzione dell’aspettativa di vita non ci sarebbe mai un calo dell’età pensionabile ma solo uno stop. L’adeguamento dell’età di pensionamento alla speranza di vita continuerebbe a scattare ogni due anni”.

I sindacati come hanno reagito a questa proposta? Hanno sicuramente apprezzato l’apertura del governo sul tema previdenziale a hanno ribadito il loro secco no anche alla proposta sulle categorie da escludere dall’aumento dell’età pensionabile dal 2019, una platea di 15-20mila persone in cui sono comprese le 11 categorie già fissate dall’Ape social (tra cui maestre, infermieri turnisti, macchinisti e edili) e altre 4 (agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori).

Come ha reso noto il segretario della Cisl Gigi Petteni:

“Vogliamo cose esigibili e non finte. Un’intesa è possibile se veniamo ascoltati. Abbiamo verificato che distanze restano e noi chiediamo un intervento sulla platea più ampio di quello proposto. Queste distanze devono essere colmate. Al momento il pacchetto è limitato, non basta. Non ci sono al momento passi avanti sulla previdenza integrativa c’è una chiusura sulla nostra richiesta di semplificare il sistema di adesione”.

Intanto anche il presidente dell’Inps Tito Boeri torna a farsi sentire e nel corso di un convegno a Milano sulle Pmi organizzato dal Cerved afferma:

“Se non adeguiamo l’età pensionabile alla speranza di vita aumentiamo il carico fiscale e contributivo che pesa sui lavoratori e quindi distruggiamo l’occupazione”.