Economia

Pensionati: oltre il 90% ha perso negli anni il potere d’acquisto

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Rispetto ad un anno fa, la grande maggioranza dei pensionati giudica la condizione economica personale stabile (78%), ma a fronte dello 0,2% che la ritiene migliorata, il 20,9% dichiara un deterioramento.

Questo il quadro che emerge dal rapporto di ricerca “Sogni e bisogni dei pensionati”, realizzato dalla Fondazione Di Vittorio con SPI CGIL e l’istituto di ricerche e sondaggi d’opinione Tecne.
I dati emersi dalle duemila interviste effettuate lo scorso ottobre su un campione rappresentativo di pensionati ultrasessantenni, raccontano le criticità e le aspettative della categoria, dal punto di vista economico, sociale e sanitario.

La condizione dei pensionati

I pensionati italiani vivono un presente che non si distacca dal passato prossimo, senza miglioramenti e con una pericolosa inclinazione verso un peggioramento della propria condizione.Il 91,2% pensa che la situazione economica della propria famiglia resterà invariata, percentuale che scende all’80,5% se lo sguardo si volge verso l’Italia nel suo complesso.

Per 6 pensionati su 10, il principale problema sono le tasse troppo alte (30,6%), o la pensione troppo bassa (30,1%) e in entrambi i casi il problema è l’assegno pensionistico, troppo magro a valle. Inoltre il 35,7% dei pensionati dichiara di sostenere economicamente un parente stretto come appunto un figlio, percentuale che attraverso l’Italia da nord a Sud senza sostanziali differenze.
C’è ovviamente anche chi al contrario ha bisogno di un aiuto economico: l’11,2% dei pensionati intervistati ha dichiarato che tirano avanti grazie all’aiuto di un parente.

Perdita del potere d’acquisto

Infine, la ricerca affronta il tema delle pensioni, evidenziando il problema dell’erosione del loro valore a causa dell’alta incidenza del prelievo fiscale. Per 3 intervistati su 4 la pensione dovrebbe garantire il tenore di vita di quando si lavorava (53,3%) o uno standard abbastanza prossimo (24,1%).
Per la grande maggioranza in questi ultimi anni, l’assegno ha perso molto (59,1%), o abbastanza (32,5%), del potere di acquisto. Oltre il 90% dei pensionati ritiene di aver perso in questi anni una parte più o meno consistente del proprio potere d’acquisto mentre solo il 3% crede, invece, di averlo mantenuto inalterato.
Infine un ultimo aspetto emerso dalla ricerca mostra un aumento della quota di pensionati che preferisce ricevere l’assegno mensile sul proprio conto corrente bancario (43,7%) o postale (38,9%), Il 14,8% invece la ritira in contanti.