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Pdl chiude sedi: conti in rosso. E Berlusconi: mi candido

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Roma – Prove tecniche di annuncio, per vedere l’effetto che fa. Certo, si trattava di una platea selezionata di fedelissimi come Galliani, Ennio Doris, alcuni dirigenti del Milan, amici, e le presentissime Francesca Pascale e Maria Rosaria Rossi.

Ma ieri allo stadio, in occasione della partita di Champions league dei rossoneri, Silvio Berlusconi – raccontano alcune fonti – avrebbe sciolto la riserva. “Ho deciso, torno in campo e mi candido premier”.

Il Cavaliere avrebbe spiegato di aver riflettuto a lungo ma di essersi alla fine convinto: “Solo io posso farlo”. Parole che, salvo cambi di programma, dovrebbe pronunciare anche nel vertice convocato oggi per l’ora di pranzo a palazzo Grazioli con lo stato maggiore del partito.

Pare che Berlusconi abbia preannunciato ai suoi interlocutori ieri sera anche il tono del discorsetto che intende fare: “Voglio rifondare il Pdl, azzerare tutto e cambiare nome”.

Soprattutto su quella voglia di profondo rinnovamento il Cavaliere avrebbe insistito, sottolineando di volersi liberare di quelle che ormai considera “facce impresentabili” soprattutto in tv, “vecchi tromboni” che la gente si è stancata di vedere, insomma la classe dirigente che senza di lui ha saputo solo “fallire”. In effetti, lo stesso Berlusconi avrebbe ammesso di non saper bene ancora come ‘disfarsi’ di quelle che considera delle zavorre.

La speranza è che, annusata l’aria che tira, siano gli interessati a farsi da parte. Toni tranchant, di certo anche fomentati dalla platea ‘favorevole’ che aveva di fronte. Ma, agli uditori di ieri sera, il Cavaliere ha assicurato che oggi con i dirigenti userà espressioni altrettanto ultimative: “Ora si riparte da zero e le regole le detto io. E chi non ci sta, è libero di andarsene“. (TMNEWS)

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Roma – Il punto sul PdL si fa ogni giorno più tragico. Mentre Il Giornale parla dell’ennesima cena dei ribelli anti-Cav, su Repubblica si spiega come va la discussione sulla legge elettorale e si raccontano i debiti del partito:

Ma l’ex premier non sente ragioni. Si è convinto ormai che solo il Porcellum possa garantirgli chance di pareggio al Senato per neutralizzare la vittoria scontata di Bersani e Vendola, se l’accordo con la Lega gli consentirà di strappare i premi di maggioranza (regionali) in Lombardia e Veneto. Senza tenere conto del fatto che, decidendo lui le liste, gli ex An potrebbero pure restare nel nuovo partito, «ma certo non potranno più pretendere il 30 per cento dei posti», va ripetendo Berlusconi.

E i soldi?

Mentre si preparano repulisti e nuovo brand, nel Pdl fanno i conti col bilancio in rosso. Il deficit in via dell’Umiltà è stimato in 60 milioni e ora si parla della chiusura delle sedi di Roma, Torino e Milano. Per un partito ormai in via di liquidazione.

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