Economia

PD: vincoli europei “bloccano crescita”

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NEW YORK (WSI) – I vincoli europei bloccano gli investimenti pubblici e, quindi, le possibilità’ di ripresa dell’Italia. Ne e’ convinto presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia (Pd) che, in un intervento a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24, ha detto “Un Paese non riparte se non fa almeno dal 3 al 3,5% di PIL di investimenti pubblici; non li facciamo anche a causa di vincoli incomprensibili europei”.

Così il, con il PIL che cresce dell’1% più o meno e l’inflazione ferma, il rapporto tra debito pubblico e PIL non può diminuire e quindi addio a tutti i sogni di gloria nella riduzione del debito, chiede Minoli e l’Onorevole Boccia replica: “No, quei sogni di gloria non vanno mai abbandonati”. Dobbiamo continuare a sognare? Lo incalza Minoli e Boccia replica: “No no no, quella direzione va perseguita, bisogna avere ancora più forza e più coraggio”.

Più coraggio cosa vuol dire? Insiste Minoli e il Presidente della commissione Bilancio della Camera spiega: “Significa liberare investimenti pubblici. Ne facciamo ancora pochi, siamo sotto al 2% degli investimenti complessivi. Un Paese non riparte se non fa almeno dal 3 al 3,5% di PIL di investimenti pubblici, non li facciamo anche a causa di vincoli incomprensibili europei”.

Boccia si e’ detto inoltre”d’accordo con il programma di Berlusconi per una riforma fiscale totale che rivede il sistema di tassazione e che parte da un condono”. Boccia aggiunge: ‘Penso che sia necessario andare avanti su questa strada. Ovviamente va fatto in un quadro generale che tenga conto soprattutto della condizione di una parte delle famiglie italiane che hanno ancora bisogno di ulteriori spinte’

Secondo Boccia, una riforma fiscale “e’ necessaria, soprattutto per la finanza locale, una selva da cui difficilmente si esce vivi. E’ necessario far chiarezza’. Quanto all’ipotesi di riforma anticipata dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, Boccia osserva: ‘Penso sia necessaria perché il nostro sistema e’ una selva. Io ho condiviso l’approccio utilizzato in questi ultimi due anni sulla riduzione anche sul bilancio triennale delle imposte. Come e’ noto non ho condiviso che si sia iniziato dalla casa, aveva piu’ senso partire da Irpef e Ires’.