di Akira Fuse (Capital Group) Direttore degli investimenti di Capital Group

La volatilità come bussola della “Nuova Geografia”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

I mercati globali sono in grado di offrire opportunità persino in questo periodo di incertezza. Nell’insieme, l’economia europea rimane solida, ma stanno riemergendo varie problematiche politiche. In Asia, l’inasprirsi delle condizioni di credito e delle tensioni commerciali fra USA e Cina potrebbe comportare un rallentamento dell’economia cinese superiore alle previsioni. I mercati emergenti si trovano a far fronte a rischi associati ai singoli paesi, incertezze in grado di penalizzare gli scambi commerciali globali e un dollaro USA in fase di rafforzamento. Nonostante la recente debolezza, varie società locali stanno evidenziando un costante incremento dei ricavi e si stanno creando i presupposti per una possibile ripresa. Nei paesi sviluppati, a far registrare la performance migliore sono stati senza dubbio gli USA.

Nell’ambito della nostra prospettiva a lungo termine, consideriamo la volatilità dei mercati un modo di investire in una più ampia gamma di opportunità. Stiamo prestando particolare attenzione ai trend secolari a lungo termine che si stanno delineando, soprattutto sui mercati in fase di sviluppo, vale a dire le economie caratterizzate da un tasso di crescita più elevato rispetto al resto del mondo. Riteniamo che una ricerca approfondita e un approccio selettivo siano fondamentali al fine di sfruttare adeguatamente queste opportunità. In questo scenario, è importante essere selettivi e prestare la massima attenzione ai fondamentali.

In base a un’analisi dei fondamentali, le azioni dei mercati emergenti appaiono ipervendute e presentano ora quotazioni allettanti rispetto alle società dei paesi sviluppati. Anche il dato sulle riserve in valuta estera dei paesi in questione è incoraggiante. Il Fondo Monetario Internazionale considera adeguate le riserve che si situano entro il 100-150% del proprio standard di adeguatezza in materia. In base a stime formulate nel 2018, fra i paesi le cui riserve rientrano nel margine consigliato si annoverano Argentina, Messico e Indonesia. Quelli le cui riserve vengono stimate superiori a tale soglia sono India, Brasile e Russia: ciò significa che questi paesi vengono considerati decisamente in grado di ripagare il debito esterno. Siamo convinti che, se si sa dove guardare, sia possibile scoprire opportunità anche nell’attuale ambiente di mercato.

Tra i temi di crescita secolare a lungo termine che stiamo cercando di sfruttare a nostro vantaggio, troviamo l’avanzata della classe media, un trend secolare già ben noto agli investitori. La Cina, ad esempio, ha da tempo registrato un cambiamento degli interessi dei consumatori, ora più propensi all’acquisto di beni di lusso piuttosto che di base. La domanda di consumi registra ora uno spostamento dall’acquisto di beni di marca al desiderio di effettuare un maggior numero di viaggi all’estero: ciò vale particolarmente per i millennial, che appaiono alla crescente ricerca di esperienze di viaggio al di fuori degli itinerari più battuti.

Il settore dei viaggi all’estero ha di conseguenza evidenziato una rapida crescita, crescita che vede i mercati emergenti nel ruolo di battistrada. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, nel 2017 i viaggiatori cinesi hanno registrato oltre 142 milioni di partenze internazionali. Ai turisti cinesi si devono inoltre le spese più consistenti, pari a 258 miliardi di dollari durante il periodo in esame, un importo che corrisponde a un quinto della spesa turistica globale. Le cifre in questione riguardano la sola Cina, ma anche i turisti russi e brasiliani non sono da meno in quanto a spesa nel settore.

La crescita della tecnologia mobile sui mercati in via di sviluppo rappresenta un altro settore ad aver suscitato il nostro interesse. La rapida adozione dei dispositivi mobili sta determinando una variazione delle tendenze di consumo in tutto il mondo, ma soprattutto nei mercati emergenti in rapida crescita, come Cina, India e Brasile. In settori come quello delle piattaforme di pagamento su dispositivi mobili, le società cinesi stanno facendo registrare una crescita sostanziale e si avviano a superare i concorrenti della Silicon Valley sul fronte del progresso tecnologico.

Ad Esempio, Alibaba, il principale catalizzatore del passaggio all’e-commerce in atto nell’economia cinese. Oltre a guadagnare commissioni sulle transazioni e-commerce, l’impresa vanta un’efficace piattaforma che offre varie opportunità di monetizzare gli utenti tramite abbonamenti, annunci pubblicitari e programmi di fidelizzazione. Il famoso evento shopping promosso annualmente dalla società, noto come “Singles Day” (Giornata dei single), ha sempre registrato vendite record. Nel 2017, il 90% delle vendite in questione è stato elaborato tramite piattaforme mobili. Alibaba detiene una quota di maggioranza in Alipay, la più importante piattaforma di pagamento cinese, ed è inoltre in fase di espansione sui mercati internazionali dopo aver aperto l’accesso ai suoi principali siti e-commerce, Tmall e Taobao.

Tra le società che, a nostro parere, potrebbero beneficiare di un incremento dei viaggi all’estero, si annovera Airbus, produttore francese di aeromobili. Benché Airbus abbia sede nei Paesi Bassi e sia molto attiva sul mercato europeo, una percentuale significativa del suo fatturato proviene certamente dai mercati emergenti. Comprendere da dove provengano i ricavi di una società, anziché limitarsi a verificare dove essa abbia sede, può consentire agli investitori di comprenderne meglio l’attività.

Questo principio viene da noi definito “New Geography of InvestingSM”, vale a dire “nuova geografia degli investimenti”, per cui in Capital Group nel lungo periodo investiamo in azioni ordinarie di società con una significativa esposizione ai Paesi con mercati e/o economie in via di sviluppo. Tra le società in questione si annoverano sia aziende con sede in Paesi in via disviluppo che multinazionali con sede in Paesi sviluppati ma con significative attività in regioni in via di sviluppo.