di Gianfranco Antognoli ​e ​Andrea Giusti Consulenti del Credito. Studio Professionale Antognoli & Associati

Mps dovrà ritornare a essere Banca del Territorio per imprese e famiglie

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Il via libera della Commissione Europea al Piano Industriale 2017-2021, nel contesto del processo di Ricapitalizzazione Precauzionale della Banca, rappresenta un’ottima notizia per Mps.

Il piano prevede un aumento di capitale di 8,1 miliardi di euro, di cui  3,9 miliardi di aumento di capitale sottoscritto dal MEF e 4,3 miliardi derivante dalla “condivisione degli oneri” (ovvero il “ burden sharing”), e la dismissione della pressoché totalità del portafoglio di sofferenze al 31 dicembre 2016 per 28,6 miliardi di euro lordi, di cui 26,1 miliardi attraverso una struttura di cartolarizzazione e  2,5 miliardi, costituiti da posizioni unsecured di piccolo importo e leasing, tramite procedure dedicate.  L’aumento di capitale si realizzerà a luglio e lo Stato arriverà al 70% dell’azionariato della banca, con l’obiettivo di uscire entro il 2021, data fine piano. Non è escluso che qualora ci fossero le condizioni il Mef esca anche prima.

Quattro sono i punti su cui fa leva il Piano. Innanzitutto è prevista la valorizzazione della clientela retail e Small Business “grazie ad un nuovo modello di business semplificato e altamente digitalizzato”. Verrà rinnovato il modello operativo con un “focus continuo sull’efficienza” e il ricollocamento dei dipendenti (amministrativi) al settore commerciale. La banca introdurrà poi un nuovo meccanismo di gestione del rischio di credito e infine è previsto un rafforzamento della posizione patrimoniale e della liquidità.

Importante è evidenziare come la focalizzazione su una maggior efficienza porterà a un’intensa cura dimagrante della banca e quindi a una riduzione di tutte le strutture organizzative del gruppo. Proprio mercoledì  5 luglio si è svolto un incontro tra l’Amministratore Delegato della Banca, Marco Morelli, e i sindacati per presentare i contorni dell’operazione, incontro nel corso del quale è stato comunicato che gli esuberi da effettuare nell’arco dei cinque anni del piano, quindi entro il 2021, sono 5500. Di questi , 4800 saranno adesioni al Fondo di Sostegno al Reddito (di cui 600 già usciti al primo maggio di quest’anno), 750 risorse legate alle uscite naturali ed al turnover e circa 450 uscite relative alle filiali estere. Sono previste inoltre circa 500 assunzioni.

Nel suddetto incontro il Sindacato ha esplicitamente richiesto che la gestione degli esuberi avvenga in maniera esclusiva attraverso l’utilizzo del Fondo di solidarietà e su base volontaria. L’Amministratore Delegato ha precisato che il Piano di Ristrutturazione non prevede processi di esternalizzazione del personale, come più volte richiesto dal Sindacato stesso.  In merito alla questione delle Filiali, è stato convalidato il progetto di chiusura delle unità operative, le quali passeranno dalle attuali 1860 circa a 1400 in arco di Piano.

Con queste operazioni la banca conta di raggiungere un utile netto al 2021 superiore a 1,2 miliardi di euro, con un Roe pari al 10,7%.

La Banca Mps dovrà riassumere il ruolo che gli è stato proprio per un lungo periodo positivo prima della crisi conseguente all’avventurosa acquisizione di “Banca Antonveneta”. Una banca effettiva “del territorio” con una forte vocazione verso famiglie, PMI e professionisti.

In un sistema “bancocentrico” come il nostro come ricorda il Ministro Padoan, una banca di sistema vicina all’economia locale per tradizione, professionalità ed esperienza effettivamente maturata, rappresenta un valore aggiunto notevole per una ripresa economica del paese.

Questi  dunque i temi veri sul tavolo dopo la ricapitalizzazione prudenziale e questi gli impegni programmatici dovuti da realizzare con determinazione, grande impegno, rigore e se possibile anche da un rinnovato entusiasmo della “rete Territoriale” che rappresenta, da sempre, l’asset più importante di Banca Mps.