Economia

Ocse: Google & Co devono pagare le tasse dove generano profitti

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Contrastare le strategie di elusione fiscale delle multinazionali tra cui i colossi tech, adeguando i sistemi fiscali mondiali alla realtà dell’economia digitale. Questo l’obiettivo del G20 che a marzo del 2017 ha incaricato il Beps, l’organo dell’Ocse predisposto a tali scopi ad elaborare una serie di regole valide per tutti.
Oggigiorno una soluzione univoca non c’è. Si parla di web tax in Francia e Italia mentre negli Stati Uniti alcune multinazionali hanno ottenuto il rimpatrio nelle casse miliardarie.

Digital tax: le due proposte dell’Ocse

Il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria ha dichiarato che “assicurare che i grandi e redditizi gruppi multinazionali, ivi incluse le società digitali, paghino le tasse dovunque abbiano significativi legami diretti con i consumatori e generino profitti”.  Sono due le proposte finora avanzate e sui cui potrebbe poggiare nel prossimo futuro la tassazione mondiale.
La prima proposta ha come fine ultimo superare la regola per cui i governi hanno il diritto di tassare solo le aziende che hanno una presenza fisica sul loro territorio.
In tal modo uno Stato potrebbe tassare un’azienda straniera in base all’attività che svolge sul suo territorio. Si pensi ad esempio a Google tassata secondo le regole del fisco irlandese per le sue attività svolte in tutta Europa.

La seconda proposta invece indica un livello minimo globale di tassazione complessiva sui profitti di un’azienda. Così se una multinazionale sfrutta le regole fiscali più favorevoli di un certo paese, allora il governo del Paese in cui quell’azienda ha il suo quartier generale potrebbe obbligarla a versare più tasse in patria.

Una digital tax targata Ocse che tra l’altro prevede che una parte dei profitti di una multinazionale andrebbero suddivisi tra i Paesi, con l’obiettivo di garantire maggiori entrate fiscali a quegli Stati in cui si trovano gli utenti o i consumatori reali di un’azienda.
Il tempo comunque stringe e il Beps dovrà decidere quale proposta portare avanti concretamente entro il prossimo vertice del G20 in progarmma  a Riad, in Arabia Saudita, il 21 e 22 novembre del 2020.