Economia

Ocse: forza lavoro sprecata, un giovane su tre non fa nulla

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In Italia un giovane su tre, di età compresa, tra 24 e 29 anni non lavora, non studia e non segue alcun percorso di formazione. In poche parole è un “neet, acronimo di (Neither Employed nor in Education or Training). E’ quanto riporta l’Ocse, precisando che i neet in Italia sono il 35 per cento tra chi ha 25-29 anni, contro una media Ocse inferiore al 20 per cento.

L’incidenza è superiore al 30% se si considera la fascia di giovani di 20-24 anni. Secondo l’Ocse la percentuale di Neet è balzata del 40 per cento dall’inizio della crisi.

Guardando alla più ampia fascia di età 15-29 anni – in questo caso il dato italiano include la quota di giovani che vanno ancora a scuola – la percentuale di Neet nella penisola si attesta attorno al 25%. Uno su quattro quindi, contro una media Ocse attorno al 15 per cento.

Di fatto, il tasso di disoccupazione giovanile è salito +2,7% su base annua, salendo al 42,7%. La percentuale è più che raddoppiata dal 2007, quando si fermava al 20,4%.

“Più di una persona su 4 di età uguale o inferiore ai 29 anni in Italia non è né occupata né in educazione (Neet)”, percentuale che “si è impennata del 40% dall’inizio della crisi, aprendo un ampio divario con la media Ocse”.

Nel suo Employment Outlook, outlook sull’occupazione, l’Ocse fa il punto sul mercato del lavoro in Italia e afferma che la disoccupazione ha testato un record del 12,7% nel 2014, oltre 6 punti percentuali in più rispetto a prima della crisi (6,1% nel 2007), ma nel 2016 comincerà a scendere, passando sotto il 12% nel quarto trimestre.

Cresce anche l’incidenza della disoccupazione di lungo periodo: nel 2014, il 61,5% dei senza lavoro lo era da almeno 12 mesi, contro il 56,9% del 2013.

L’Ocse prevede che il Pil italiano salirà quest’anno +0,6%, accelerando a +1,5% nel 201, e che l’occupazione salirà +0,5% e poi +1% nell’anno prossimo.