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Nvidia alla prova dei conti: l’IA metterà le ali ai conti, le stime degli analisti

Cresce l’attesa per la trimestrale di Nvidia, il gigante dei chip e leader riconosciuto nel settore dell’intelligenza artificiale (AI), che sarà diffusa questa sera a mercati chiusi. Gli operatori concentreranno l’attenzione soprattutto sulla guidance che la società offrirà per l’anno in corso per testare quanto effettivamente sia forte la domanda legata all’intelligenza artificiale.

Da inizio anno, il titolo ha raddoppiato il suo valore: ora viaggia intorno ai 950 dollari con una capitalizzazione di mercato superiore a 2.300 miliardi di dollari. Vale la pena ricordare che l’attenzione del mercato sui dati del gruppo è alimentata dal peso del titolo sullo S&P 500 (circa il 5%) e che ha contributo per un quarto del rialzo dello stesso indice da inizio anno.

Le attese sulla trimestrale

Ma veniamo alle attese dei conti, che sono letteralmente stratosferiche. Come ricordano gli analisti di eToro in una nota, le previsioni per Nvidia parlano di un fatturato di 24,6 miliardi di dollari per il trimestre, segnando un aumento del 241% su base annua e dell’11% rispetto al trimestre precedente. L’utile per azione è previsto a 5,57 dollari, in crescita del 411% su base annua e dell’8% su base trimestrale.

“Tali numeri impressionanti riflettono non solo la crescita esplosiva dell’azienda ma anche l’alto livello di aspettative che Nvidia deve soddisfare per giustificare il suo prezzo premium sul mercato. Uno dei dati più attesi è quello relativo ai ricavi dei data center, che si prevede siano più che triplicati, raggiungendo i 20,97 miliardi di dollari. Questo segmento è particolarmente rilevante dato il ruolo centrale dei data center nell’ecosistema dell’intelligenza artificiale, dove Nvidia ha posizionato molte delle sue scommesse più grandi. Gli investitori e gli analisti non si limiteranno a esaminare i numeri del trimestre per giudicare la performance di Nvidia, ma cercheranno anche di valutare se la valutazione di mercato dell’azienda, sia giustificata dall’innovazione continua e dalla leadership nel campo dell’AI”.

L’opinione degli analisti

In attesa che vengano diffusi i dati,  Angelo Meda, responsabile azionario di BANOR, spiega:

“Chiudendo l’anno fiscale a gennaio, Nvidia ci consente di sfasare di un mese i risultati trimestrali e avere uno dei pesi massimi degli indici azionari non concentrato nelle solite settimane clou della reporting season. Nvidia è salita di 250 dollari dal 21 febbraio, quando ha riportato risultati di fine anno superiori alle attese, pari a 600 miliardi di dollari di capitalizzazione aggiuntiva, non tanto distante dalla capitalizzazione totale dell’indice azionario italiano. Le opzioni indicano un movimento dopo i risultati del +/- 9% (altri 200 miliardi di potenziale movimento all’insù o all’ingiù), qualcosa che può destabilizzare gli indici, anche se negli ultimi trimestri il titolo non ha avuto enormi scossoni nonostante risultati ben superiori alle attese, avendoli scontati in abbondanza nei giorni precedenti”.

Gianmarco Roncarolo, Sales Director per l’Italia di GraniteShares aggiunge:

“Le aspettative per Nvidia sono altissime. Numeri e indicazioni sugli sviluppi continueranno a dare fiducia agli investitori sulla sostenibilità dell’attuale redditività e ritmo di crescita? La prova non sarà se Nvidia supererà le stime degli utili e dei ricavi, ma quanto grande sarà il superamento e quanto sarà fiducioso Jensen Huang, a.d. del gruppo, nella capacità di mantenere una posizione dominante nel mercato dei chip per l’intelligenza artificiale”.

Secondo Roncarolo sono due i fattori positivi per Nvidia da tener conto:

  • maggiori aziende tecnologiche stanno investendo decine di miliardi nell’IA e i chip Nvidia sono i più utilizzati;
  • competitor che hanno pubblicato i risultati fino ad ora non hanno ancora capitalizzato significativamente su questi ingenti investimenti, lasciando spazio a Nvidia.

Allo stesso tempo, tra i possibili ostacoli da considerare:

  • aumento della concorrenza da società come Amazon e Alphabet, che stanno producendo in-house i chip e investendo in questa direzione;
  • problemi nella supply chain relativi a Taiwan Semiconductors Manufacturing Company,
  • restrizioni sui chip per l’IA esportati in Cina.