Società

Nuit Debout, il movimento punta a confisca banche e cancellazione debiti

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ROMA (WSI) – Protestano contro le banche le il governo, e sono stati già paragonati al movimento Occupy Wall Street e agli indignados spagnoli. Sono i giovani francesi del Nuit Debout (in italiano Notte in Piedi), che continuano a manifestare nelle strade di Parigi e che ieri si sono scontrati anche con la polizia.

Frédéric Lordon, economista-filosofo euroscettico, considerato il capo spirituale, propone una ricetta: fermare le Borse, confiscare le banche e smettere di pagare i debiti. Lordon vuole insomma la lotta di classe.

Tutto è iniziato lo scorso 31 marzo, con un sit-in di protesta contro la riforma sul lavoro annunciata in Francia. Da allora, ogni notte una folla di più di 1.000 attivisti ha tenuto quelle che sono state definite riunioni di “assemblea generale” a partire dalle ore 18.

Punto di incontro, Place de la Republique, la piazza dove diversi parigini si sono riuniti per commerare la strage terroristica che nel gennaio del 2015 ha provocato la morte di diversi giornalisti della rivista satirica Charlie Hebdo. E’ qui che è nata la frase, rimbalzata poi sui social di tutto il mondo, “Je Suis Charlie”.

La portata della crescita del movimento Nuit Debout è impressionante tanto che, intervistato dal Newsweek, lo stesso antropologo americano David Graeber, precedentemente coinvolto nel movimento Occupy Wall Street e ora a Parigi per conoscere questi giovani manifestanti, ha detto:

“E’ incredibile quanto tutto sia successo così velocemente, e come così tante persone abbiano deciso di partecipare. Ha quasi il potenziale di una vera esplosione sociale“.

A ispirare il movimento è stato Mark Ruffin, con il suo film Merci patron. Ma chi c’è dietro questi nuovi manifestanti francesi?

Si tratta principalmente di giovani disillusi dal governo di sinistra che, da quando Parigi è stata colpita dai due devastanti attentati, lo scorso anno, ha varato misure che potrebbero essere definite più di centro che di sinistra, e che ha creato in Francia uno stato di emergenza continuo, consentendo raid della polizia senza mandato e arresti non autorizzati.

Chiedono l’introduzione del reddito minimo e la cancellazione del debito, sono per i diritti dei migranti e contro la globalizzazione. Nella serata di ieri alcuni di loro sono stati anche arrestati.

Il manifesto del gruppo recita:

“La politica non è solo per i professionisti, è qualcosa che appartiene a tutti”.

Il potere anche mediatico che il movimento sta guadagnando ha spaventato le autorità, tanto che nella giornata di lunedì la polizia francese ha evacuato Place de la Republique. Ma loro, i nuovi indignados francesi, hanno promesso di tornare.

Tutto ciò sta accadendo in una Francia scossa dagli attentati e profondamente insoddisfatta del suo presidente Francois Hollande, che proprio ieri ha parlato ai francesi dagli studi di un talk show televisivo.

La popolarità del presidente è a picco, con i sondaggi che parlano di un consenso di appena il 13%, il più basso tra i leader dell’Europa.

La protesta “Nuit Debout” è partita dalla riforma del lavoro annunciata dal governo francese, con manifestazioni che fino a oggi hanno interessato non solo Parigi, ma almeno una sessantina di città francesi, tra cui Lione, Bordeaux, Lione.

Lo scorso 31 marzo, sono stati ben 390.000 tra studenti e membri dei sindacati che hanno marciato in diverse città della Francia per protestare contro una riforma che, a loro avviso, renderebbe più conveniente e facile per le aziende licenziare i propri dipendenti, una sorta di Jobs Act francese, come è stata definita da alcuni.

In quell’occasione, dopo la manifestazione, alcuni attivisti hanno deciso di non tornare a casa, e si sono recati a Place de la République, per trascorrere lì la notte. E ogni notte da allora, in centinaia e in migliaia di persone si riuniscono lì, chiedendo un nuovo ordine economico e sociale.

Intervistata dal New York Times, una giovane ragazza di nome Rosalie, ha detto:

I nostri nonni hanno fallito e non sono riusciti a provocare un cambiamento sistemico nel 1968. I nostri genitori hanno fallito nel 1995 (quando ci sono state diverse proteste contro le riforme sulle pensioni). Ora la nostra generazione ha un’occasione per fare qualcosa. (..) Siamo molto preoccupati per il Front National (estrema destra di Marine Le Pen), per l’ambiente, per tante cose, e abbiamo molte idee”.

Ma con il discorso di ieri, il presidente Hollande è stato chiaro. La riforma del lavoro “non sarà ritirata”, anche se non sono escluse “alcune modifiche” in Parlamento.