Famiglie e imprese italiane a rischio usura per la massiccia vendita di sofferenze e di crediti deteriorati da parte delle banche italiane.
A lanciare l’allarme è la FABI, che ha fotografato l’impatto sui territori e i rischi sociali derivanti dalla cospicua cessione di pacchetti di non performing loan delle banche.
In Italia i tempi di recupero crediti delle società specializzate sono troppo veloci, da qui i pericoli per i titolari delle sofferenze di venire strozzati, con il serio rischio di finire, per disperazione, nelle mani degli usurai e della criminalità organizzata”.
Così il numero uno del sindacato Lando Maria Sileoni.
Quello della cessione è un fenomeno sensibilmente cresciuto negli ultimi anni, che riguarda prestiti non rimborsati per oltre 360 miliardi di euro e che interessa, guardando alle sole sofferenze, oltre 1,2 milioni di soggetti. Si tratta di clienti bancari ‘ceduti’, con le loro rate scadute, dagli istituti bancari a società specializzate nel recupero crediti che operano frequentemente con modalità spregiudicate: la maggior parte dei soggetti coinvolti (61%) è esposta per cifre che vanno da 250 euro a 30.000 euro (…) dal 2015 al 2018, anche per effetto delle forti pressioni esercitate dalle autorità di vigilanza europee, sono stati immessi sul mercato npl per oltre 170 miliardi. Operazioni che, se da una parte hanno consentito alle banche di migliorare i risultati raggiungendo in tempi brevi gli obiettivi dei requisiti patrimoniali imposti dalle stesse autorità europee, dall’altro stanno mettendo in pericolo i clienti bancari”.
Ma è nel 2015 che il fenomeno dei crediti deteriorati in banca raggiunge il picco toccando i 360,4 miliardi tra sofferenze (201,1 miliardi) inadempienze probabili (136,3 miliardi) ed esposizione scadute (13,8 miliardi).
“Da quel momento è scattata una vasta pulizia di bilancio, che ha rappresentato la via d’uscita preferita dalle banche italiane, ricercata da management al solo scopo di fare cassa, riequilibrare il bilancio e accontentare la vigilanza bancaria europea.