10:09 giovedì 17 Febbraio 2022

Settore auto arranca ancora in Europa a gennaio. Stellantis: cali a doppia cifra, attesa per business plan a marzo

Nessuno scossone in avvio d’anno per il mercato dell’auto in Europa che con 822.423 autovetture immatricolate fatica ad uscire dal periodo di crisi. Nel dettaglio, secondo i dati diffusi dall’Acea, nel mese di gennaio in Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) sono state immatricolate 822.423 vetture, registrando una flessione del 2,4% rispetto all’analogo periodo nel 2021. “Con un calo sui livelli precedenti la pandemia, cioè su gennaio 2019, del 32,9% – segnala il Centro studi promotor (Csp) -. Il mercato dell’auto dell’area, che non aveva manifestato alcun segnale di ripresa nel 2021 dopo la drastica caduta del 2020, apre quindi il 2022 ancora fortemente in crisi”.

Tutti i mercati in rosso, fanno eccezione Islanda e Cipro
Tutti i 30 mercati dell’area sono in rosso tranne l’Islanda (+4,4%) e Cipro (+8,7%). Secondo l’analisi del Cps, le cause di questa situazione sono imputabili, non soltanto alla pandemia, ma anche alle difficoltà di fornitura di microchip che rende difficile anche l’attività produttiva. Nelle ultime settimane a questi elementi si sono aggiunte le preoccupazioni delle imprese e della gente per il ritorno dell’inflazione particolarmente evidente nei settori dei carburanti e dell’energia. Unico segnale positivo nel quadro fosco del mercato automobilistico è che in tutti i paesi, compresa l’Italia, cresce l’interesse per le soluzioni elettriche che vedono incrementarsi le loro quote di mercato.

Italia e l’attesa per gli incentivi
Nel 2022 in Italia non sono ancora entrati in vigore gli incentivi per l’auto. Lo scorso 9 febbraio c’è però stata un’importante riunione a livello di ministri competenti in cui è stato annunciato un piano pluriennale con stanziamenti per favorire sia la transizione all’elettrico che il ringiovanimento del parco con incentivi anche all’acquisto di auto tradizionali con emissioni contenute. Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, occorre però che alle parole seguano i fatti senza ulteriori indugi. “E ciò anche perché il nostro Paese ha assolutamente bisogno di recuperare completamente nel corso del 2022 il crollo del Pil del 2020 – afferaItalia deve poi comunque proseguire su un cammino di crescita accelerata perché raggiunto il livello di Pil del 2019 dovremo recuperare ancora terreno per arrivare al livello del 2007, cioè al livello precedente la crisi dei mutui sub-prime, livello questo che i nostri partner europei avevano già prima della pandemia ampiamente superato. Occorrerà un grande sforzo. Il Pnrr potrà dare un contributo importante, ma senza l’apporto del comparto dell’auto, che con il suo indotto vale il 12% del Pil, l’obiettivo di accorciare le distanze in termini di crescita con i nostri partner europei sarebbe ancora più difficile.

Stellantis giù a gennaio, cali più contenuti per VW e Bmw
Vendite in calo a doppia cifra per Stellantis in Europa a inizio 2022. Nel mese di gennaio in Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) le immatricolazioni del gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa hanno evidenziato una flessione del 12,4% a quota 156.673 vetture. Tra i maggiori ribassi quelli di Peogeot che ha messo a segno un calo del 14,4%, Fiat (-18,5%), Lancia/Chrysler (-19,3%) e Citroen (-16,7%). Tra le altre case automobilistiche le tedesche Volkswagen e Bmw hanno ceduto il 3,7%, mentre Renault ha perso solo lo 0,9%.

Equita e le nuove stime al settore auto

Intanto in un report dedicato al settore auto Equita ha dato una sforbiciata alle previsioni per il 2022 per i player più esposti all’Original Equipment che “riteniamo fatichino a compensare gli headwind macroeconomici; e aggiustamenti  minori dal 2023”. In particolare, su Stellantis Equita ha ridotto le stime 2022-23 (EBIT-3% e utile netto -3%).

“Confermiamo la visione positiva ritenendo che Stellantis sia più protetta rispetto ai competitors per le enormi sinergie da fusione e il forte sconto sui multipli rispetto i principali concorrenti. A questo aggiungiamo il recupero dei volumi produttivi e qualche ulteriore effetto positivo di mix e prezzi (sebbene inferiore al 2021)”, rimarcano da Equita. La prima presentazione del business plan post fusione del 1° marzo rappresenta un importante catalyst.

 

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