La crescita della produzione di petrolio dalla Libia, che raggiungerà il milione di barili al giorno entro luglio, e in generale i timori sul fronte dell’offerta in eccesso mettono sotto pressione le quotazioni dell’oro nero. I prezzi sono di fronte alla striscia di settimane negative più lunga dall’agosto del 2015 (al momento il calo questa settimana è dell’ordine del -2,5%).
A ciò si aggiunge il fatto che l’incremento del petrolio prodotto degli Stati Uniti potrebbe vanificare l’effetto del taglio alla produzione deciso dall’Opec.
“Il rischio è al ribasso per il petrolio. Se i prezzi scendono verso i 40 dollari al barile è probabile che ci sarà qualche genere di reazione da parte dell’Opec”, per poter sostenere i prezzi e arginare i cali, ha commentato Jonathan Barrat, Cio presso Ayers Alliance Securities. Attualmente il contratto Wti è quotato a 44,76 dollari al barile, in rialzo dello 0,54%.
